Al via la “Notte europea dei musei” in Calabria

Nel punto più ad est della Calabria, dov’è possibile osservare la prima alba della regione, si erge sul promontorio crotonese la colonia magno greca di Capo Colonna. Facilmente riconoscibile dal mare solcato dalle navi romane e cartaginesi, l’area dell’antico Capo Lacinio – considerata sacra dalle popolazioni autoctone – ricevette la più elevata consacrazione a seguito dell’edificazione del famoso tempio dedicato alla divinità greca protettrice delle donne e della fertilità Hera Lacinia, la cui denominazione sarebbe diventata Giunone durante il periodo romano. Il tempio – di cui oggi resta una sola colonna rizzata per sfidare l’incedere del tempo – ne accorpava quarantotto di ordine dorico dell’altezza di otto metri a sostegno di un tetto composto da lastre di marmo. La celebrazione della fertilità femminile si coniuga in questi luoghi con l’idea che i crotoniati avevano elaborato dal dialogo con la cultura greca che accorpava il bello al buono (kalokagathìa) attraverso la continua ricerca della perfezione fisica e morale dell’uomo. Seguendo questo assunto – secondo il quale la tradizione greca ha elaborato nella sua florida colonia calabrese un’estetica del bello intesa come plastica rappresentazione dell’etica del buono – è possibile comprendere l’importanza dello sport e dell’atletica nel mondo greco antico che avevano il loro momento di massima grandezza nell’organizzazione dei giochi olimpici.

Crotone era la colonia magno greca con la maggiore tradizione di olimpionici che praticavano la ginnastica associata alla dieta come mezzo per garantire la salubrità del corpo, la stessa e successiva doxa latina “Mens sana in corpore sano”, tanto che anche Pitagora si interessò all’atletismo e all’agonismo. Anche se non si poteva non citare il filosofo, matematico e padre dell’omonimo teorema geometrico, uno – se non il più noto assieme ad Astilo e Faìllo – tra i “Prodotti” di questa cultura capace di coniugare lo sport alla conoscenza è stato il lottatore Milone di Crotone. Vincitore per sette volte alle Olimpiadi, Milone divenne rapidamente oggetto di leggende che ne glorificavano la forza e il valore: si narra che per allenare la sua forza portasse tutti i giorni un vitello sulle spalle; con il passare del tempo l’animale divenne un toro adulto che, data la costanza dei suoi allenamenti quotidiani, Milone riusciva comunque a trasportare. Venuto in mente nulla che richiami questa leggenda nella tradizione scultorea greca?
Per recuperare e valorizzare questo inestimabile patrimonio culturale all’origine dello sport moderno, parte integrante della nostra cultura millenaria e del nostro bagaglio identitario cioè delle nostre radici, presso il Museo archeologico di Capocolonna del Ministero della Cultura è in mostra il percorso espositivo “L’ultimo dei Crotoniati è il primo dei Greci”. La mostra, che esalta i successi sportivi di Milone, Astìlo e Faìllo raccontati attraverso pannelli didattici, filmati e reperti, si inserisce all’interno dell’iniziativa #notteeuropeadeimusei 2023 che prevede aperture straordinarie il 13 maggio dalle ore 19:00 alle ore 22:00. In Calabria: il Parco archeologico di Sibari, il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e quello di Amendolara oltre al Museo e al Parco archeologico nazionale di Locri.
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