Turismo, la Calabria punta (anche) su archeologia e comuni di qualità
Non solo bellezze paesaggistiche e buon cibo, ma anche archeologia nell’ambito del progetto Archeocomuni di qualità: sono le attrattive della Pasqua in Calabria.
«In Calabria c’è la città magnogreca di Locri Epizephiri che ricade, in buona parte, nel territorio di Portigliola. È un’area archeologica di grande interesse, parte del progetto degli ArcheoComuni – spiega Rosanna Trovato, Presidente di Archeoclub D’Italia Area Integrata dello Stretto -. Quote San Francesco è un complesso con terme e un praetorium di età tardo antica. L’edificio termale si articola attorno al calidarum, a pianta circolare con attorno disposti gli altri ambienti ciascuno con una sua funzione termale. Il pavimento del complesso costruito a 80 cm da terra, era appoggiato ad una risega delle pareti e alle supensurae. Al margine sud-occidentale del sito si trovano i ruderi monumentali della torre di Castellace, sita nel Comune di Portigliola, da cui si gode un notevole panorama sulla città antica e più in generale sul tratto di costa compreso tra capo Bruzzano e la rupe di Roccella Jonica. Un grande patrimonio culturale che sarà protagonista dell’evento in programma il 21 Aprile il Borgo in Borghi, promosso in tutta Italia da Archeoclub D’Italia nazionale».
«Si tratta – aggiunge Trovato – di una torre “doppia”, infatti una prima torre quadrangolare, di dimensioni maggiori, fu rinforzata con una seconda più piccola, sempre quadrata, che si imposto’ su un tratto delle mura – ha continuato la Trovato – probabilmente in età ellenistica. Altra emergenza architettonica è la torre di Gerace, una torre di avvistamento con l’interno suddiviso in tre piani,a base cilindrica, con monofore a differenti livelli, come nella tipologia alto-medievale,quindi con caratteristiche differenti da quelle del basso Medioevo e del XV secolo, nelle quali era tipica la base a forma tronco-conica.
A fine ‘500 la torre (nella foto a destra) è raffigurata nel Codice Romano Carratelli che contiene il progetto di fortificazione dei litorali tirrenico e ionico della Calabria Ultra. Gravemente danneggiata dal terremoto del 23 ottobre 1907, fu abbattuta per lasciarne solo un troncone. Il teatro greco fu identificato nel 1940 da P. E. Arias, l’esplorazione, continuata da G. Iacopi, fu completata da A. De Franciscis alla fine degli anni ’50. Negli anni sessanta a valle del teatro furono messi in luce due isolati scanditi da una strada (stenopòs) larga poco meno di 4 m., che rispettano per orientamento e dimensioni il disegno dell’impianto urbanistico pianificato della città greca. L’impianto generale del teatro risale alla metà del IV secolo a.C., come sembra indicare il confronto con gli altri teatri del mondo greco, ma il monumento subì profonde trasformazioni in età romana. È stato calcolato che il teatro di Locri potesse contenere 4500 spettatori».
Nel progetto ArcheoComuni di Qualità della Calabria, spiega Francesca Crea, vice presidente di Archeoclub D’Italia, sede dello Stretto «il borgo di Staiti è collegato all’itinerario che vede la presenza del vicino borgo di Brancaleone. Infatti i comuni di Bova Marina, Brancaleone, Casignana, Portigliola, Locri, Gerace, Marina di Gioiosa Ionica, Gioiosa Ionica, Monasterace e Stilo, con Archeoclub D’Italia, hanno dato vita ad un unico itinerario originale con un viaggio, un cammino in grado di attraversare molteplici epoche tra i pre-Elleni, Greci, Romani, Bizantini, Normanni, Ebrei e i discendenti Grecanici. L’obiettivo è potenziare l’interesse per questi siti che costituiscono parte importante del patrimonio archeologico nazionale – spiega Francesca Crea -. Il 21 Aprile in occasione dell’evento nazionale di Archeoclub D’Italia di “Borgo in Borghi”, tutti avranno la possibilità di ammirare questo patrimonio culturale e sociale davvero unico!».
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