Tropea in vetrina alla Bmt di Napoli
Un’altra occasione per mettere in vetrina Tropea e le sue bellezze. Un modo per intercettare nuovi visitatori facendo conoscere dal vivo la strategia adottata per conquistare fette di mercato del turismo non solo interno. Con questi obiettivi la città perla della Costa degli Dei è stata presente alla 27esima edizione della BMT, la più importante fiera B2B del Mediterraneo di Napoli, all’evento promosso da Visit Italy. Un evento fondamentale per incontrare operatori ed esperti del settore e per confrontarsi sullo sviluppo di un settore nevralgico per il futuro dell’intera Calabria.
«Il turismo del futuro è quello esperenziale, capace di far vivere e percepire al cittadino temporaneo, il genius loci, lo spirito dei luoghi. Tropea si sta muovendo già in questa direzione, con risultati straordinari se si considerano le sue dimensioni». Ha spiegato il sindaco di Tropea Giovanni Macrì intervenendo alla BMT. «Tutto è proseguito dall’ottenimento della prima Bandiera Blu – ha detto Macrì – conquistata al primo tentativo. In 5 anni abbiamo letteralmente stravolto e rivoluzionato la narrazione internazionale della nostra città: agli occhi del Pianeta non siamo più soltanto una bellissima località esclusivamente balneare nel Sud del Bel Paese, ma una destinazione turistico-esperienziale attrattiva e con una proposta culturale e ricettiva fruibile 365 giorno l’anno ed un modello euro-mediterraneo di buon governo della bellezza».
Il Primo Cittadino ha raccontato alla platea di quella volta che un gruppo di indiani della City di Londra, incuriosito dal racconto del Sindaco volle unirsi ai volontari del Principato che sin dall’insediamento della Giunta si alzano all’alba per compiere piccole opere di manutenzione e raccogliere i rifiuti.
«Per loro – ha raccontato – l’esperienza unica ed irripetibile di pulire la città ha fatto la vera differenza nella loro vacanza, quella che vale ripetere; quella che emoziona, quella che riempie di contenuti e che motiva a ritornare a prescindere dalle stagioni, perché quei nostri ospiti – ha aggiunto – si sono sentiti parte viva ed attiva della comunità che li ha accolti».
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