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Tra musica e scienza, l’ultimo album di Renato Caruso

Tra musica e scienza, l’ultimo album di Renato Caruso

Già dal nome del suo ultimo album “Thanks Galilei” si comprende come l’associazione tra musica e scienza caratterizzi la produzione artistica di Renato Caruso, già espressa nei suoi precedenti dischi, “Pitagora pensaci tu” e “Grazie Turing”. In questo album si celebra la famiglia Galilei, sia nella figura del più noto Galileo Galilei che in quella di suo padre Vincenzo – celebre musicista e vero e proprio rivoluzionario a partire dall’odierna scala musicale fino alla nascita dell’Opera- entrambi cantori, l’uno in campo scientifico e l’altro musicale, di un altro concetto fatto proprio e rielaborato dalla produzione artistica di Renato Caruso, quello di relatività.

L’album contiene dieci tracce identiche, in favore della nuova teoria del relativismo musicale sposata da Caruso che parte da un’idea musicale in cui il concetto di tempo predomina sulla musica. “Tempo inteso come istante in cui si fa musica, non solamente come melodia, armonia e ritmo – afferma Caruso – A seconda dell’orario in cui viene eseguito un brano o anche ascoltato cambia la percezione dello stesso. Esattamente come facevano gli impressionisti che dipingevano nell’arco della giornata più tele, perché la luce ad ogni ora è diversa, applico lo stesso principio alla musica. Questo è ciò che definisco relativismo musicale”.

Renato Caruso, originario di Crotone e classe 1982, suona dall’età di 6 anni chitarra e pianoforte e, dopo aver lavorato per cinque anni presso l’accademia musicale di Ron “Una Città Per Cantare”, si è esibito con artisti del calibro di Alex Britti e Fabio Concato, oltre ad aver aperto una data di “Off the record”, la serie di concerti di Francesco De Gregori al Teatro Garbatella a Roma.

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