Torri, fortezze e castelli di Calabria (prima parte)

«Al centro del Mediterraneo, la Calabria è sempre stata una terra di incontro tra civiltà, ma anche un campo di aperte ostilità. Testimoni di una storia ancora tutta da scrivere sono le torri e le fortezze innalzate in ogni angolo della regione fin dal tempo delle poleis magno-greche. Più tardi, quando l’islam si affacciò sul Mare Nostrum, spettò ai Bizantini fare della Calabria una roccaforte militare, a difesa della cristianità. Ai normanni e agli Svevi va il merito di aver esaltato la bellezza costruttiva dei castelli calabresi, divenuti il simbolo del cambiamento politico di una società riportata sotto l’egida del papato. Funzioni prettamente militari rivestono, invece, le strutture difensive e aragonesi costruite tra il XIII e il XV secolo, durante l’interminabile conflitto che si protrasse fino a quando i Turchi, vessarono nuovamente la Calabria, difesa, nel ‘500, dagli Spagnoli, con una miriade di torri costiere».
Il Castello di Morano Calabro. Lungo la Via Popilia, sulla strada degli eserciti
Sulla Via Popilia, costruita dai romani per collegare Reggio alla Capitale nel II secolo a.C., oggi corre veloce l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria; proprio sul tragitto battuto dalle legioni romane che nel Medioevo venne battezzato «la strada degli eserciti» percorsa da Belisario alla volta di Roma e da Riccardo d’Inghilterra verso Messina.
«Il primo importante castello che s’incontra lungo la Popilia domina Morano, antica stazione di sosta romana. Costruito in età normanna su avamposto antico, il Castello di Morano fu ricostruito, nella metà del Cinquecento, da Pietro Antonio Sanseverino, principe di Bisignano, il quale prendendo a modello il Maschio Angioino di Napoli, ne fece una residenza estiva».
Il maniero passò poi agli Spinelli di Scalea ed oggi domina il «Presepe del Pollino» di cui vi abbiamo già parlato (qui), diventando un simbolo del borgo cosentino e una delle più suggestive fortificazioni della Calabria.

Il Castello di Castrovillari, la «sentinella della Conca del Re»
«Il Castello, tra i più importanti della Calabria, è posto su un istmo pianeggiante tra le Valli del Coscile e del Fiumicello. La sua forma attuale risale al progetto voluto da Ferdinando d’Aragona, nel 1489, per sedare la congiura dei Baroni. Il denaro per la sua costruzione si ricavò dalla vendita dei beni confiscati all’infedele barone di Castrovillari. Munito di carceri fino al 1995, ha pianta trapezioidale, con quattro torri cilindriche angolari di grandezza diversa. Il suo unico ingresso, che immetteva nel vasto cortile quadrangolare, era un tempo fruibile mediante ponte levatoio, eliminato nell’Ottocento».

Proseguendo sulla Via Popilia si staglia il Castello di Altomonte
Il Maniero è il risultato dell’incedere inesorabile del tempo assieme a continue aggiunte e trasformazioni visibili soprattutto neo loggiati e nei solenni ambienti interni. Ad arricchire la vista del Maniero la Torre Pallotta, che deve il suo nome all’antico signore di Altomonte Guglielmo Pallotta signore del borgo nel XII secolo. «Eretta nel 1052 sotto il dominio di Roberto il Guiscardo, si eleva per ben 25 metri dal suolo, decorata da pietre angolari e da una cornice lapidea che scorre orizzontalmente lungo le finestre del secondo livello», hanno scritto Luigi Bilotto, Pasquale Faenza e Roberta Pileggi.

di Redazione
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Foto di copertina del Castello di Castrovillari