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Ti racconto Simeri Crichi, il “luogo nascosto” tra mare e monti [FOTO]

Ti racconto Simeri Crichi, il “luogo nascosto” tra mare e monti [FOTO]

A chi non lo ho mai sentito nominare, forse, Simeri Crichi evoca qualcosa di immaginario: non è il nome perfetto per un luogo ameno dove ambientare una favola, ad esempio? Come “Le fate di Simeri Crichi” o “Il gigante di Simeri Crichi”. Invece questo posto esiste eccome e incanta i viaggiatori per colori, biodiversità e storia. Ma partiamo dal nome: deriva dalla fusione di due borghi distinti, Simeri, di origine medievale (in questa zona sono stati portati alla luce una serie di reperti della prima metà del ferro e del periodo magnogreco), e Crichi, fondato nel XVIII secolo pare da un gruppo di contadini di Sellia. L’etimologia di Simeri è incerta, mentre Crichi si pensa derivi dal greco Krichi che significa “luogo nascosto”, forse un riferimento alla sua posizione arroccata sulle colline. Siamo in provincia di Catanzaro, tra le pendici della Sila e la costa ionica, tra il verde lussureggiante e l’azzurro cristallino: siamo nel paradiso dello slow tourism.

Castello Bizantino: verosimilmente costruito nel X secolo d.C., l’imponente fortezza rappresentava un importante punto di controllo strategico, grazie alla sua posizione dominante che permetteva di sorvegliare la costa ionica e le vie di comunicazione interne. Il castello si presenta con una pianta irregolare, adattandosi alla conformazione del terreno collinare. Le mura di cinta, in pietra di fiume e malta, racchiudono al loro interno diverse strutture, tra cui la torre cilindrica a nord, alta circa 15 metri, e la torre quadrata a sud. Il cuore del castello era il Palacium Castri, ovvero la sede del potere, dove si trovavano gli alloggi del signore e gli ambienti adibiti all’amministrazione. Nel corso dei secoli, il maniero ha subito diverse modifiche e ampliamenti, passando sotto il dominio di normanni, svevi, angioini e aragonesi. Ciascuna dinastia ha lasciato la propria impronta, arricchendo l’architettura del castello con nuovi elementi e fortificazioni. Tante le leggende legate al castello, tra cui quella che narra la presenza di un tunnel segreto che conduceva direttamente al mare. Ancora oggi, il castello conserva un’aura di mistero che lo rende un luogo suggestivo ed evocativo.

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ph. FAI

Ruderi del Convento dei Cappuccini, luogo del cuore FAI: dedicato a Santa Maria degli Angeli, fu costruito su concessione e a spese del Principe Borgia di Squillace nel 1594. Aveva 13 celle e una chiesa monumentale ed era sede di noviziato. Soppresso nel 1784, fu ripristinato grazie all’impegno dei frati e della popolazione nel 1826 e adibito anche a ricovero per viaggiatori e mendicanti. Fu soppresso definitivamente nel 1874. Non restano che ruderi, ma la pietra è ancora in grado di raccontare il fascino di un passato tanto remoto.

Grotte rupestri, sulle orme di San Bartolomeo: nato a Simeri tra il 1050 e il 1060 da nobili genitori, Basilio, che poi sarebbe diventato San Bartolomeo da Simeri, ricevette un’educazione cristiana esemplare. Fin da giovane, mostrò un’inclinazione verso la vita religiosa, trascorrendo molto tempo in preghiera e frequentando la chiesa. Ancora oggi, a Simeri, si possono ammirare le grotte rupestri dove, secondo la tradizione, si ritirava per dedicarsi alla contemplazione. All’età di dieci anni, Basilio lasciò Simeri per vagare tra i monti della Sila, dove incontrò altri asceti e maturò la sua vocazione: restaurare e far rifiorire il monachesimo greco, che versava in un periodo di decadenza. Dopo un periodo di pellegrinaggio, si stabilì a Rossano, dove fondò il cenobio del Patir, un importante monastero che divenne il centro della sua attività religiosa e diplomatica. Da Rossano, San Bartolomeo intraprese numerosi viaggi in tutto il Mediterraneo, recandosi in Calabria, Costantinopoli, Monte Athos, Roma e Sicilia, per diffondere la fede e promuovere la rinascita del monachesimo greco. La sua figura è ricordata per la sua profonda spiritualità, la sua dedizione alla preghiera e la sua instancabile opera di rinnovamento del monachesimo greco. San Bartolomeo da Simeri è un esempio di come la fede e la tenacia possano portare a grandi risultati, lasciando un’eredità duratura nel tempo.

Spiritualità, architettura, storia: Simeri Crichi è è anche molto altro. Un regno per gli amanti del trekking, ad esempio. Sentieri e percorsi naturalistici, infatti, conducono alla scoperta di boschi rigogliosi, cascate incontaminate e panorami mozzafiato: un’oasi di pace dove rigenerarsi a contatto con la bellezza selvaggia della Calabria. Poi c’è Simeri mare, ovvero: sembrano i Caraibi e invece sei in Calabria (o non sarà il contrario? Ai Caraibi finiranno per dire “sembra Simeri mare”?!). Le spiagge bianche e oro e l’acqua che vira dall’azzurro cristallino al verde, fanno di Simeri la meta delle vacanze in riva al mare.

E poi il centro, dove perdersi tra strade acciottolate, portali di palazzi nobiliari, porticine colorate, piccole botteghe di artigiani, vicoli con ventagli fatti a mano come panni stesi al sole, forni che riempiono l’aria di pane caldo e installazioni che mettono insieme l’arte moderna con gli oggetti antichi, vere mostre a cielo aperto allestite dalla Pro Loco e dai ragazzi del luogo. Il risultato è una passeggiata in un borgo che racconta autenticità e ospitalità. Simeri Crichi sarà pure un “luogo nascosto” ma di bellezze ne ha davvero tante da scoprire.
(Foto copertina: Andrea Chiarella)

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