Tempo di Attesa: ad Acri è quasi Betlemme, in corso i preparativi del Presepe Vivente Guglielmo
Quella di Contrada Guglielmo si racconta come una piccola comunità appartenente al comune di Acri, nel cosentino. Da qui lo sguardo riesce a catturare anche il bel panorama della sibaritide, e ci si affaccia sullo Ionio. Dal 1995 è operativa l’Associazione Il faro- Pietro Fusaro dedita alla promozione del territorio, a favorire momenti di aggregazione sociale, con attività ed eventi ricreativi e culturali. Giorgio Sposato è il presidente di questa associazione e ci racconta di una delle più importanti iniziative che, da sette anni a questa parte, sta appassionando la comunità di Contrada Guglielmo e coinvolgendo non pochi visitatori. Sono già in corso i preparativi per la Settima Edizione del Presepe Vivente Guglielmo, una manifestazione che nello scorso anno ha registrato un’affluenza di circa settemila persone. La bellezza di questo presepe è tante volte espressa: è nel valore del suo scenario naturale e paesaggistico, è nella sacralità dell’evento rappresentato, è nel senso di un’intera comunità che si unisce e si adopera per custodire la sua tradizione, quella degli antichi mestieri, e del modo di vivere di un tempo.
Si entra lentamente, per scene e immagini che catturano e diventano esperienza: il percorso è definito lungo un sentiero, che si snoda lungo un chilometro e poco più. Percorrerlo è un po’ come andare indietro nel tempo e nel vivo della natura, quella che nella notte dei miracoli sa rimanere in silenzio: c’è il ruscello, l’acqua, le vecchie muraglie, il bosco, il paesaggio notturno, sopra tutto bastano le torce e le luci stellate del cielo quieto della sera. Le tappe sono definite da piccole capanne, delle strutture ogni volta costruite per entrare come nel suggestivo di “piccoli villaggi”, nei quali si rappresenta una rievocazione degli antichi mestieri. C’è il forno antico, dove si impasta e si produce il pane, la massaia, il liutaio, la capanna del piccolo artigiano che intreccia vimini, poi il fabbro che lavora il ferro, e da quest’anno, come suggerisce Giorgio Sposato, “qualcuno si dedicherà alla lavorazione della ginestra, mostrando come avveniva la tintura naturale dei tessuti, con il rosso ottenuto dalle essenze della cipolla o il marrone del mallo della noce”. Utensili antichi si trovano nelle capanne, oggi in allestimento, del ciabattino o del falegname, e piano a piano tutto diventa quasi come in un museo, dove però le cose prendono vita, e i mestieri si tornano a mettere in pratica: “da quest’anno c’è anche il carbonaio- svela Sposato- perché nelle nostre zone se ne potevano contare di parecchi e i nostri dintorni sono caratterizzati da insenature del terreno che venivano usate per lavorare il carbone, una lavorazione che cerchiamo di ricreare.”
Atmosfera fanno pure: gli zampognari e i centurioni a cavallo, gli odori di ciò che al fuoco vivo viene preparato, dai fritti ai legumi, alla pasta e ai dolci tipici. Artigianale è anche il lavoro di sartoria realizzato con profilo storico per vestire i figuranti. Il percorso è coinvolgente fino all’arrivo alla piccola grotta della Natività, cuore del presepe. Una ricostruzione animata dall’operosità e dall’attivismo di circa sessanta figuranti e, considerando il resto della macchina operativa, il Presepe vivente di Guglielmo coinvolge più di cento persone: “i più appassionati sono gli anziani- rivela Sposato- che nonostante il periodo invernale possono ritrovarsi coinvolti e impegnati in attività, loro sono importanti soprattutto nell’opera di trasmissione delle antiche tradizioni”. Al Presepe Vivente di Contrada Guglielmo è dedicata una due giorni, nei prossimi 26 e 27 dicembre. L’edizione di quest’anno si avvale del sostegno del Comune di Acri e della Regione Calabria, come “Progetto partecipante all’Avviso Attività culturali 2023 della Regione Calabria- Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità- Settore Cultura”.
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