Sulle tracce dell’antica Roma: scoperto in Aspromonte il muro di Spartaco
Una particolare scoperta archeologica è stata rinvenuta in Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria: il “muro di Spartaco”. Si tratta dei resti di una costruzione militare, di epoca romana periodo della Repubblica che, secondo gli studiosi del Fondo per l’Ambiente italiano della delegazione Calabria e reggina, guidate rispettivamente da Rocco Gangemi e Dina Porpiglia, e soprattutto dell’archeologo e professore universitario Paolo Visonà, è riconducibile a parte delle strutture difensive costruite dal generale romano Marco Licinio Crasso per contenere la fuga di Spartaco e le sue forze nel corso dell’insurrezione dei gladiatori che minò le fondamenta della Repubblica Romana.
Fonti storiche raccontano di una imponente battaglia, svolta in Aspromonte, tra l’esercito romano e quelle del gladiatore Spartaco, impossibilitato ad attraversare lo Stretto in direzione della Sicilia. Il ritrovamento non è stato casuale, ma frutto di uno studio approfondito su alcune tracce di insediamenti di epoca magnogreca e romane all’interno del Parco d’Aspromonte. “Abbiamo iniziato a seguirne il tracciato che già a prima vista si estendeva per oltre 600 metri – raccontano gli studiosi del Fai e Visonà – e ci siamo resi conto subito del fatto che, per posizionamento, consistenza e modalità costruttive, il manufatto era certamente antico e poteva essere collegato all’architettura militare. Per tanti anni – aggiungono – abbiamo seguito gli studi che avevano riguardato i ritrovamenti archeologici in questa parte dell’Aspromonte, ma non ricordavamo di aver mai sentito parlare di questa struttura”.
Il professor Visonà, che proseguirà le ricerche, ha potuto approfondire le indagini grazie al supporto delle tecnologie più avanzate e delle competenze multidisciplinari del gruppo di esperti presenti, tra cui il professor George M. Crothers antropologo e geofisico presso l’Università del Kentucky, stessa università dove insegna Visonà, James R. Janson, tra i fondatori dell’Archeological Institute of America e la ricercatrice Margo T. Crothers. Alla scoperta hanno anche contribuito i volontari del Gruppo escursioni Aspromonte (Gea) che hanno accompagnato gli studiosi sui posti. Del ritrovamento è stata informata la Soprintendenza Abap di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
(Foto copertina: Francesco Bevilacqua)