Su Geo di Rai 3 l’umanità e la natura “Lungo il fiume Trionto”
C’è un altro bel pezzo di Calabria che sarà raccontato l’8 gennaio su Geo, Rai 3, con il documentario “Lungo il fiume Trionto” di Giuseppe Iannelli. È un viaggio attraverso il paesaggio di una delle fiumare più grandi d’Europa, che si sviluppa per oltre 40 chilometri dai monti della Sila al Mar Jonio, tra ambienti naturali e umani di straordinaria varietà. Si comincia proprio a 1500 metri di altitudine dove il fiume nasce e poi scende verso la Sila Greca, superando pendici e colline che si affacciano sullo Jonio. Questo territorio, abitato fin dall’antichità, conserva tracce delle civiltà che si sono susseguite, dagli enotri ai greci, dai romani ai normanni, fino ai giorni nostri. Tradizioni agricole, artigianali e dialettali si sono tramandate nel tempo, raccontando la storia di comunità legate profondamente alla propria terra.
Negli anni ’20, lungo il corso del Trionto, la necessità di energia elettrica portò alla costruzione di centraline idroelettriche, realizzate grazie all’intraprendenza di figure come Tiberio Smurra. Originario di Longobucco, Smurra ampliò le centrali di Sullacca, Castellaccio e Puntadura, portando Rossano a essere una delle prime cittadine calabresi con servizio elettrico, segnando quindi un periodo di innovazione tecnologica e infrastrutturale affidata a una inconsueta visione imprenditoriale.
A Longobucco, invece, il lavoro di Iannelli viaggia nel passato minerario del centro, noto per l’estrazione di galena argentifera già in epoca antica. Oggi, questa storia viene rievocata attraverso itinerari come “Le vie delle Miniere“. Qui, Saverio, pastore, continua a praticare l’allevamento con metodi tradizionali, utilizzando ricoveri costruiti in legno e terra per le mandrie, e recinzioni fatte con rami di pero selvatico per proteggere gli animali dai lupi. Le sue tecniche di produzione casearia mantengono vive antiche tradizioni.
Più a valle, il territorio di Crosia presenta tracce di una frequentazione umana risalente all’età del Bronzo. Il borgo medievale, arroccato su un promontorio di arenaria, rivela un passato strategico nel controllo delle vie di comunicazione. Tra le storie locali, il documentario narra quella di Tommaso e Maria, tornati a Crosia dopo anni trascorsi fuori regione. Hanno recuperato un giardino di agrumi antichi, coltivando varietà come la limetta calabrese. Tommaso, con la sua passione per l’arte, crea maschere in argilla da collocare nel giardino, mentre Maria si dedica alla preparazione di marmellate e liquori a base di pirette.
Lungo il corso del Trionto si trova anche l’antica fornace di Francesco, fondata nell’Ottocento. La lavorazione artigianale dell’argilla prosegue ancora oggi, con tecniche tradizionali che danno vita a coppi, pavimenti e rivestimenti. Questi prodotti, realizzati con argille naturali pressate in stampe di legno, vengono esportati in tutta Italia e all’estero, mantenendo intatta l’eredità di un sapere secolare.
Il documentario conclude con i boschi della Sila Greca, dove Angelo, grande appassionato della natura, utilizza fototrappole per osservare la fauna locale. Le sue immagini offrono uno sguardo intimo sugli animali che abitano la zona, tra cui lupi, lontre e istrici, mostrando un ambiente ricco di biodiversità.
Con “Lungo il fiume Trionto”, Iannelli restituisce la visione di un territorio dove la storia, la natura e la vita quotidiana, rivelano un’identità forte legata alle tradizioni, ma soprattutto alla cura dei luoghi cui l’uomo si dedica. Un po’ custode del passato, molto più sentinella del presente, consapevole della forza che la natura ha, ma anche della sua fragilità.
(Da.Ma) info@meravigliedicalabria.it
Foto di Giuseppe Iannelli