Santa Chiara, un «gioiello» di Chiesa a Crotone

L’eleganza è la cifra stilistica del «Gioiello Crotone», il nome con il quale è nota la Chiesa di Santa Chiara per la raffinatezza delle sul linee, l’armonia dei colori e le forme che non smettono di stupire i visitatori. Sarà forse il bianco che ricopre l’interno dell’edificio o il gioco di colori, luci e ombre, vuoto e pieno che crea la prospettiva, ma l’impatto visivo entrando al suo interno è memorabile e sbalordisce, facendo venire voglia di osservarne con attenzione ogni dettaglio. La struttura è stata da pochi anni oggetto di un importante restauro conservativo riguardante la cupola e le pareti interne, capace di restituire alla cittadinanza e ai turisti un vero e proprio spettacolo nella Città pitagorica. A rendere ancora più suggestiva la visita all’interno della Chiesa, a cui si affianca anche il complesso monastico, è il fascino segreto delle aree non visitabili in quanto occupate dalla comunità religiosa che vive quotidianamente al suo interno. La sua visita costituisce una straordinaria opportunità di ritrovare nelle opere d’arte presenti, una tranquillità interiore, simbolo del legame religioso che così profondamente unisce i calabresi alla fede, influenzandone comportamenti, pratiche e tradizioni.



Tra le bellezze conservate nel «Gioiello religioso» spicca la tela della Madonna di Capolonna del 1600 che riproduce l’originale prima del furto sacrilego, raffigurando fedelmente l’icona della Santissima Vergine ripresa dalla Chiesa di Santa Veneranda, riportata all’interno del complesso di Santa Chiara. La sua visita è un modo per volgere lo sguardo in maniera diversa, in alto, osservando il «belvedere delle suore» che si apre su Crotone e mostra il suo porto e le montagne delle Sila nelle belle giornate, ma anche verso il basso, alla scoperta della parte nascosta nel sottosuolo dove è presente un’antica cisterna realizzata per la raccolta delle acque.
La cisterna che raccoglieva le acque piovane nel complesso di Santa Chiara
«Uscendo dalla Chiesa, sulla destra, si apre un altro portone dal quale si accede all’antico chiostro interno, l’unica parte non rimaneggiata del complesso che si presenta con archi a tutto sesto in pietra dell’antica Kroton. Al centro, che in passato era il chiostro aperto sul cortile interno, si trova ancora oggi il pozzo, su cui è incisa la data 1616.
Il pozzo, cui si accede tramite una ripida scaletta, è stato riscoperto e trasformato in cappella dai Padri Francescani nel 1972. Qualcuno pensava fosse una chiesa sotterranea o una cripta, ma più probabilmente era una semplice cisterna che raccoglieva le acque piovane di tutto il complesso. Caratteristiche sono le grondaie di tegola, che tuttora si possono vedere», si legge sul sito della Chiesa di Santa Chiara a Crotone.
Il monastero di Santa Chiara e i suoi straordinari chiostri
Vicino la Chiesa nel centro storico di Crotone di sviluppa il Monastero di Santa Chiara, un’icona economica, culturale e spirituale per l’intera Città Pitagorica nella quale venne fondato e ricostruito, probabilmente nel 1481, in base a quanto scritto nell’opera «Calabria Illustrata» di Giovanni Fiore. La sua importanza è testimoniata anche da una menzione nella Bolla papale di Pio II che ordinava di trasferire i padri Domenicani nel monastero, al cui interno ancora oggi sono presenti delle tracce come le tele di San Vincenzo e San Domenico nella zona del presbiterio. Nel 1590 le clarisse popolano nuovamente il convento che si anima di una vivace attività destinata lentamente a spegnersi dall’Unità d’Italia in poi fino al completo abbandono.
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Foto di copertina del FAI