San Sosti, un cuore pulsante nel Parco Nazionale del Pollino
Apriamo la porta sud del parco nazionale più grande d’Italia, quello del Pollino, uno dei 3 parchi nazionali calabresi insieme a quello della Sila e dell’Aspromonte. Facciamoci abbracciare dalle sue vette lussureggianti, dalle faggete, dagli abeti bianchi e dai pini loricati, alberi relitto alti e fieri che ne sono diventati il simbolo. Entriamo in uno dei suoi paesi, San Sosti, immerso nella Valle dell’Esaro, un luogo capace di donarci pace interiore unendo spiritualità e natura, ma anche cultura grazie alla sua storia che affonda le radici nell’Età del Bronzo.
Cosa vedere a San Sosti
Se decidete di passare una giornata a San Sosti, vale la pena sicuramente visitare il Santuario-basilica della Madonna del Pettoruto, la Fontana (o Cascata) Fra Giovanni, il Castello della Rocca, il sito archeologico della cittadella/fortezza bizantina Artemisia, la Chiesa di Santa Caterina, la Chiesa della Madonna del Carmine, i resti del Castello della Rocca, il Museo Archeologico e Multimediale “Artemis”. Per gli appassionati di natura e sport all’aperto, non rinunciate ad un’escursione tra cime altissime di questo paese, le più alte del Mezzogiorno, abbandonati completamente alle bellezze create da Madre Natura. Se siete alle prime armi in quanto a trekking, consiglio di rivolgervi ad una Guida Ambientale Escursionistica ufficiale del Parco, con una forte esperienza e conoscenza del territorio.
Il Santuario-basilica della Madonna del Pettoruto
Il Santuario del Pettoruto di San Sosti è una meta di pellegrinaggio per tantissimi fedeli e non. Non è detto infatti che bisogna per forza essere credenti per visitare questo luogo incastonato tra il Monte Montea e Mula del Pollino che regala un’atmosfera di pace col mondo.
Il Santuario ha origini molto antiche e la sua nascita è legata, secondo la leggenda, a due personaggi: un uomo accusato ingiustamente di omicidio, rifugiatosi nella zona dove sorge il santuario e che scolpì il volto della Madonna nella roccia a seguito di una visione; un pastorello sordomuto che, dopo anni, scoprì proprio quell’immagine incisa e ricevette dalla Vergine il dono della parola affinché rivelasse l’accaduto e facesse costruire il santuario. Distrutto da un terremoto nel 1783 e poi ricostruito nell’Ottocento, il santuario è diventato Basilica Minore nel 1979 con Papa Giovanni Paolo II.
Come vi ho raccontato poco fa, quello di questo santuario è un legame ancestrale con la Madonna, la cui statua è conservata nella teca della chiesa e che viene onorata ogni anno a Maggio con la Festa della Sacra Cinta: una corda imbevuta di cera simboleggia il filo con cui la Madonna avrebbe “abbracciato” l’intero abitato per proteggerlo da remote catastrofi, o anche la “corda umana” di fedeli che andarono in pellegrinaggio per richiedere, tutti uniti, la fine delle disgrazie.
Che sia per assistere ad una Messa nella basilica, per sedersi su una panchina dello spiazzale godendo della natura che fa mostra di sé tutta intorno, per acquistare qualche souvenir nei negozietti quasi sempre affollati o alle bancarelle della Fiera di paese nei primi di settembre, il Santuario della Madonna del Pettoruto è il fulcro di una meta tradizionale per i calabresi da cui si diramano diverse opportunità.
La Fontana (o Cascata) di Fra’ Giovanni
Se il Santuario del Pettoruto è una meta conosciuta ai più, lo stesso discorso non vale per un gioiello naturalistico che aspetta solo di essere scoperto. La Fontana (o Cascata) di Fra’ Giovanni è un luogo che sorprende e si trova esattamente al di sotto del santuario. Si tratta di una piccola ma emozionante cascata sul lungofiume del Rosa, con un’area attrezzata per chi ha voglia di fare un pic-nic. Il rumore dell’acqua che cade con forza e vigore è un suono che funge da medicinale per qualsiasi brutto pensiero, così come il verde che incornicia, si bagna e si nutre da questa stessa acqua.
Non potrete proprio fare a meno di fermarvi in silenzio ad ascoltare questo concerto della natura, così come non resisterete a scattarvi una foto in stile baby “Cascate del Niagara” made in Calabria!
di Laura Cipolla – Blogger