San Giorgio e la leggenda delle polpette di Stilo

«Ma cosa hanno in comune San Giorgio e della semplice ricotta? Questo strano accostamento acquista un senso in una delle più avvincenti leggende che Stilo tramanda di generazione in generazione». È il post che rilancia la direzione del museo della Cattolica in occasione del festeggiamento di San Giorgio, patrono di Stilo. Un santo ricordato all’interno della superba cattedrale con affresco collocato sulla parete sud che ritrarrebbe appunto martire cristiano.

«La leggenda narra che, in un’epoca non ben precisata – racconta il post – i Turchi fossero sbarcati sulla costa tentando più volte di dare l’assalto alla città, finendo per cingerla d’assedio. Dai loro accampamenti fuori le mura, presero a bersagliare la città costringendo i residenti a barricarsi all’interno e quindi a consumare le già scarse provviste».

«Un mattino, mentre gli uomini stanchi vigilavano ai loro posti di combattimento e le donne e i bambini rimanevano chiusi in casa affamati e impauriti – prosegue il racconto – ecco apparire un giovane guerriero, bello e imponente di aspetto, che, con fare autoritario, ordinò alle madri di non allattare i figli e di raccogliere tutto il loro latte in un recipiente di rame. Quando fu colmo, il giovane preparò delle polpette di ricotta e cominciò a scagliarle, ancora fumanti, contro l’accampamento nemico. I Turchi, sbalorditi, pensarono subito che se gli abitanti del monte potevano permettersi di sprecare tutto quel cibo, chissà quanti giorni avrebbero resistito ancora all’assedio, così smontarono l’accampamento e si ritirarono».

«Il popolo allora si mise alla ricerca di quel guerriero al quale doveva la sua salvezza – cita il post -. Invano scandagliarono tutta la città, nessuna traccia dell’eroico salvatore. Un’idea cominciò a circolare: non era un soldato qualsiasi. Era stato inviato dal cielo per salvare la città, era San Giorgio, e da quel momento il Santo fu proclamato protettore della città».
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