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Roghudi è tra i borghi fantasma più popolari di Italia

Roghudi è tra i borghi fantasma più popolari di Italia

La piattaforma Preply ha portato alla luce con un’indagine esclusiva i borghi abbandonati più popolari del Paese svelando storie affascinanti e leggende oscure che ancora avvolgono questi luoghi tetri e misteriosi. Un tempo vivi e fiorenti, ora questi borghi sono silenziosi testimoni di eventi naturali e migrazioni che li hanno resi reliquie di un passato remoto. Visitare questi luoghi non è solo un’avventura suggestiva, ma anche un modo per connettersi con l’essenza più autentica e misteriosa della cultura italiana. Vediamo insieme i risultati della ricerca.
La classifica delle città fantasma più cercate in Italia svela affascinanti borghi abbandonati e leggende oscure. Salaparuta in Sicilia, con 1300 ricerche e abbandonata a causa dei danni derivanti dall’escavazione di lignite, apre la classifica partendo dal basso. Interessanti anche la presenza di borghi minerari come Naracauli in Sardegna, o Fumegai in Veneto, ripopolato brevemente negli anni ’60 da una comunità di figli dei fiori. Tra le curiosità spicca Roghudi Vecchio in Calabria, dove la leggenda vuole che i bambini venissero legati per evitare cadute dai dirupi. Infine, Balestrino in Liguria e Lollove in Sardegna custodiscono leggende di spettri e maledizioni che li rendono ancora più intriganti. Tra i borghi che precedono la top 10 troviamo Rocca San Silvestro in Toscana e Noto Antica in Sicilia, due centri storici abbandonati tra il XV e il XVII secolo. Balestrino, in Liguria, con 2400 ricerche, è noto per la leggenda del “Cavigiotto”, un personaggio che sarebbe stato in grado di bere vino senza aprire le bottiglie. Più in alto nella classifica troviamo Rione dei Fossi e Monteruga in Puglia, legati a storie di isolamento sociale, mentre Lollove, in Sardegna, è noto per una maledizione che condanna il villaggio a rimanere minuscolo e abbandonato. Presenti anche Leri Cavour, in Piemonte, Valibona in Toscana, e Rione Fossi in provincia di Foggia: la traduzione errata del nome latino di questo borgo abbandonato sembrerebbe derivare dal fatto che gli abitanti del posto fossero così asociali da preferire vivere isolati nelle grotte, piuttosto che con il resto della società.

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