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Quel paesaggio di Calabria dove non è mare

Quel paesaggio di Calabria dove non è mare

Sfatare un mito si può. Ad esempio che quello della neve appartenga esclusivamente alle montagne alpine, al nord, o ai suoi borghi di settentrione. Che i paesaggi innevati, quelli delle fredde alture, spesso incorniciati da candidi boschi siano esclusiva dell’Italia di sopra, o cartoline solo dal nord, è di fatto un luogo comune, come tanti. Se la stagione invernale lo concede, e lo concede, la montagna di Calabria sa diventare “paradiso della neve” con tutto quello che ne consegue. Basta dirottare l’attenzione, per esempio, sul Parco Nazionale della Sila, spesso qui si può sciare che è già primavera. E con un valore aggiunto: bastano poche ore in macchina per cambiare stagione e raggiungere quelle città con le spiagge, che restano belle e suggestive anche d’inverno. Ma torniamo al nostro Nord, anche qui sa far freddo: quando le correnti fresche che oltrepassano Atlantico e Balcani raggiungono i duemila metri delle alture della Sila le piogge sono abbondanti e spesso concedono la neve. È così che si imbiancano le foreste di pino laricio, punte innevate che raggiungono anche i cinquanta metri d’altezza! Abeti, faggi e aceri, definiscono il profilo di un paesaggio nordico che qui non ti aspetti, perché si pensa sempre ai chilometri di costa eppure questo luogo possiede uno degli indici di boscosità più alti del Paese 31,8 per cento per 480 mila ettari.

Ma che cartolina di montagna sarebbe senza un lago ghiacciato! Come per il Lago Cecita, che sì è artificio moderno ma è dei suoi luoghi la storia di antiche popolazioni che con l’ossidiana proveniente dalle mitiche Eolie ne ricavavano utensili.     

Il paesaggio della Sila, d’inverno, è da favola d’altri tempi, se lo si intercetta ad esempio quando è attraversato dalla locomotiva a vapore del Treno della Sila che, tra le tratte, collega Moccone a Camigliatello. Scendiamo dal treno e torniamo tra i boschi, oltre allo sci si possono sperimentare diverse attività, dallo sleddog per famiglie, alle escursioni in gatto delle nevi, c’è anche il fat bike. Laghi, boschi, foreste… E poi borghi, di quelli caratteristici: come Silvana Mansio che ha le casette in legno variopinte, per operai e proprietari forestali, testimonianza, insieme ai resti di segherie e teleferiche sparse sul territorio, del passato della Sila, utilizzata per secoli, a partire dai Greci e dai Romani, come “cava” per la pece, la resina e il legno da destinare alle navi, all’edilizia: le travi della basilica di San Marco a Venezia vengono da qui. Come da qui si respira l’aria pura, anzi la più pura: secondo studi realizzati dal laboratorio Nanodiagnostics di Modena, che esegue anche ricerche ecologico-ambientali, l’aria della Sila risulta essere tra le più pulite d’Europa, addirittura con meno polveri delle Svalbard, vicino al Polo Nord.

Aria buona e scenario che non tradisce bellezza: come nelle vallate innevate del monte Carlomagno. È riferimento per lo sci di fondo definito dalla Strada delle vette, fra Lorica e Camigliatello Silano.

infoòmeravigliedicalabria.it

chiesetta4 - Meraviglie di Calabria - 14
Chiesetta, Villaggio Silvana Mansio
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