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Petilia Policastro si colora di graffiti

Petilia Policastro si colora di graffiti

A volte l’attrazione per l’arte è un dono di famiglia, è una passione innata che senti dentro e che non puoi proprio ignorare assieme all’amore per il proprio territorio per il quale vuoi fare qualcosa, vuoi valorizzarlo. Deve essere stato così per la famiglia Caruso, di Renato, figlio d’arte, vi avevamo già parlato qui, raccontandovi l’urgenza narrativa della sua arte, che si esprime in una peculiare proposta musicale capace di coniugare scienza e valorizzazione del territorio crotonese, raccontando, attraverso lo spartito, diverse emozioni e storie come quelle del celebre Pitagora e della sua scuola di Crotone.

Oggi vi parliamo invece di Giuseppe Caruso, suo fratello, per il quale la passione dell’arte significa murales, pittura e valorizzazione della sua terra, tanto amata da decidere di farvi ritorno dopo aver studiato a Catanzaro, Firenze, Tokyo e Berlino, abbiamo girato il mondo eppure siamo tornati nel nostro piccolo paese in Calabria con mia moglie Manuela. Ho ancora altre idee da portare avanti”, ha affermato sulla sua pagina Facebook l’artista di Petilia Policastro. Tra queste idee, innovative, dinamiche e visionarie ne spicca una più delle altre venuta fuori assieme alla moglie Emanuela: quella di creare proprio nella sua amata Petilia una grande libreria aperta nella quale ciascuno possa prendere in prestito dei libri e portarne altrettanti. Ma non finisce qui, perché questo spazio fungerà anche da galleria d’arte per le sue opere e da “officina culturale” scambiando idee, opinioni, visioni e proposte all’insegna della cultura largamente intesa tra arte, musica e libri. Abbiamo raccolto circa 1200 libri, ho sistemato tutti i battiscopa. Fortunatamente riesco a farmi tante cose da solo. Ho dipinto i battiscopa di grigio scuro che spezzano bene con il giallo delle pareti”, ha proseguito lo street artist sui suoi social.

Quella di Giuseppe Caruso è una proposta artistica che, oltre ad impreziosire e valorizzare Petilia Policastro e il suo territorio, arricchisce e omaggia l’offerta culturale dell’intera Calabria, tanto che, proprio nel vicoletto di casa sua – uno delle tante tipiche strade che attraversano i borghi calabresi, mostrando la loro capacità di non richiudersi in se stessi, ma di aprirsi e proporsi anche oltre i confini regionali, diventando così unici e universaliil murales che riprende Ansel (che gioca sull’altalena) e Gretel (che annaffia le piante) è stato menzionato come uno tra i sei murales più toccanti al mondo.

Questa capacità di “spiccare il volo” e di elevarsi, attraverso quanto di buono e arricchente per i territori e le loro comunità possa fare la cultura, anche grazie alla creazione di una libreria aperta, è stata ripresa dallo stesso Caruso in un suo celebre murales raffigurante due grandi ali che rivolte ad adulti e bambini “ricordano Icaro e, come disse il mio amico giornalista Ugo Rendace, in verità proteggono tutti loro. Quanta gente e quanti bambini hanno visto questi disegni e queste ali a Catanzaro, in una scuola piccina piccina che proteggono tanti ragazzi che ne hanno bisogno”, ha proseguito lo street artist sulla sua pagina Facebook. Gli stessi bambini che giocavano a campana, una pratica iconica dell’infanzia di molti, su una sua opera d’arte che riprendeva le caselle del celebre gioco, diventato un prezioso momento di aggregazione sociale capace di sorprendere e meravigliare molti, compreso lo stesso artista, che ha affermato: “Tra oggi e domani rimetto in sesto la campana. Pensavo che fosse un gioco per bambini, ma un giorno, il secondo giorno ci vidi saltare i grandi”.

I murales che riprendono il celebre gioco della “Campana” e le “Ali di Catanzaro” di Giuseppe Caruso – Foto del profilo Facebook di Giuseppe Caruso

Oggi, tra chi passa dal Vicolo Leone a Petilia Policastro, c’è chi si emoziona, perché è anche questo il compito dell’arte, regalare epifanie di meraviglia, sensazioni uniche e far riflettere l’osservatore, “passano grandi, passano i bambini. C’è chi scrive anche poesie e me le manda. C’è chi invece mi manda i suoi libri. I bambini portano i propri libri per ridargli nuova vita. Giuseppe mi dicono dalli ad altri bambini. Io lo ho già letto, magari piacerà anche a qualche altro bambino. Quanta umanità esiste nei piccoli paesi. Viviamo di cose semplici. Viviamo di cose belle” ha proseguito l’artista su Facebook.

Quello di Caruso è un gesto di amore disinteressato per la sua terra e per il suo piccolo-grande paese vissuto in maniera attiva dallo street artist, che ha poi concluso: “nella libreria così come nelle altre cose ci abbiamo speso tanto tempo e tanto denaro. Ma non ci importa quando un bimbo ti dice maestro io non ho mai visto una libreria, ti sciogli come neve al sole. Non lo so ma ci sono delle cose che delle volte le devi fare perché le senti. Ora mi arrivano baci, negli altri paesini aprono librerie, fanno angoli dell’amore. Un turbinio di emozioni. Stamattina finisco i battiscopa e metto a punto le finestre. Sarà uno spazio molto vivo e colorato. Lavoro lavoro ma anche amici e sorrisi. Nei paesi piccoli le cose da fare sono semplici. C’è chi dice che si fanno con il cuore e questo mi piace. Ma noi ci abitiamo, ci siamo trasferiti qui con la consapevolezza che forse non c’era nulla e bisognava fare, o forse con la consapevolezza che qui c’era tanto e bisognava semplicemente risistemare un po’ di cose e dargli nuova luce”.

info@meravigliedicalabria.it

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