Perchè il giornalismo non è un crimine: all’Unical una mostra fotografica su Julian Assange
Hurry up! È la mostra itinerante di fotografia etica di Antonietta Chiodo, reporter per la Palestina. Recentemente si è svolta a Napoli e in concomitanza alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Napoli a Julian Assange. Dal 28 novembre l’evento approda all’Università di Cosenza e verrà inaugurato alle 17, 30 al Dam, il centro polifunzionale dell’ Università della Calabria. All’inaugurazione della mostra sarà presente, oltre alla reporter Antonietta Chiodo, la giornalista Tiziana Barillà. La mostra fotografica, sostenuta dal collettivo Filorosso e da Free Assange Italia, il gruppo che riunisce attivisti per Assange in varie parti d’Italia, racconta il lavoro delle persone attive in tutta Italia per la liberazione del giornalista australiano ingiustamente rinchiuso da circa 5 anni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nei dintorni di Londra. Il calvario di Assange ebbe inizio a causa delle pubblicazioni su Wikileaks – la piattaforma di cui il giornalista australiano era cofondatore – di rivelazioni su crimini di guerra ed atrocità di vario genere perpetrate dai governi del cosiddetto occidente democratico. La sua detenzione è una estrema dimostrazione della violazione dei diritti umani nei confronti di una persona che intendeva svolgere liberamente il suo lavoro di giornalista e soprattutto garantire al mondo una informazione libera che dovrebbe essere alla base di ogni democrazia. La mostra fotografica è un viaggio lungo lo stivale che racconta le esperienze di attivismo di persone comuni che si spendono in molte iniziative finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso Assange. La mostra rimane aperta fino al 16 dicembre prossimo.
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