“Il Passetto del Re” a San Giorgio Morgeto (FOTO)
Disteso su uno sperone di roccia e avvolto dalla fitta vegetazione che caratterizza il Parco dell’Aspromonte, la storia recente di S. Giorgio Morgeto è legata ai destini delle potenti signorie che si sono succedute in epoca medievale e le tracce sono ancora impresse nelle possenti mura di palazzi, cappelle e del convento dei domenicani – tra i più grandi della Calabria – voluto dal Conte Battista Caracciolo.
«Venne completato nel 1473 annesso alla chiesa di Santa Maria Annunziata edificata dal fratello Giovanni Caracciolo nel 1393. Nel 1473 il papa Sisto IV concesse la bolla Pontificia per l’apertura del convento dei domenicani. Purtroppo parte dell’edificio crollò nel terremoto del 1783. Dopo l’Unità d’Italia il convento venne incamerato dallo Stato e consegnato al Comune di San Giorgio Morgeto».
Tra le mura del Convento – un tempo scuola per i novizi – trascorrerà tre lunghi anni Tommaso Campanella per poter seguire un corso regolare di studi ma non solo.
«Nella primavera dell’82 i familiari vagheggiarono di mandare Giovan Domenico a Napoli, presso uno zio paterno studente di diritto, per avviarlo alla lucrosa carriera forense; ma il giovinetto, affascinato dalle storie di S. Tommaso e di Alberto Magno, rapito dall’eloquenza di un predicatore domenicano, decise di vestire il saio candido di S. Domenico ed entrò per il prescritto anno di prova nel piccolo, antico convento di Placanica, un miglio a occidente di Stignano. Compiuto l’anno di prova, vi pronunciò i voti, assumendo il nome di fra’ Tommaso, e subito, a norma delle costituzioni dell’Ordine, venne trasferito in un monastero di primaria importanza pel noviziato e gli studi: fu assegnato così al convento dell’Annunziata in San Giorgio Morgeto, dove attese per un triennio a compitare la logica (1583-84), la fisica (1584-85), la Metaphysica e il De anima (1585-86) di Aristotele».
A dominare S. Giorgio i resti dell’imponente Castello Morgezio secondo la tradizione popolare, edificato dal Re degli Enotri, Morgete, per difendere l’abitato dalle incursioni saracene (ndr nelle opere di Proclo, Plinio e Strabone si narra dell’antico popolo dei Morgeti e di re Morgete che avrebbe edificato il Castello di San Giorgio Morgeto, nel IX – X sec).
Ma la vera particolarità del borgo sono senza dubbi i vicoli e le strette viuzze come il “Passetto del Re” largo appena 40 cm, utili a racchiudere la scalinata che porta al piazzale antistante il Castello, usata secondo la tradizione popolare dal Re Morgete, durante la notte, per raggiungere le alcove di compiacenti suddite e cortigiane.
E durante le festività natalizie vanno in scena i presepi animati da qui l’appellativo di “Borgo dei Presepi” che richiamano curiosi provenienti da ogni parte d’Italia. Cestai, fabbri, fornai, sarte, scolpiti da abili artigiani rievocano storia e iconografia di un tempo, quegli antichi mestieri che racchiudono un sapere unico e prezioso.