Parco delle Serre e Unical per valorizzare i megaliti di Nardodipace
Il Parco Naturale Regionale delle Serre, sotto la guida del commissario Alfonso Grillo, ha avviato un progetto di valorizzazione dei megaliti di Nardodipace, uno dei siti più rilevanti del territorio. L’ente si è impegnato a promuovere il geosito vibonese nel contesto paesaggistico locale, avvalendosi di studi tecnico-scientifici per approfondire la natura, l’origine e l’evoluzione geologica delle formazioni. Le ricerche, svolte attraverso analisi di laboratorio, hanno lo scopo di migliorare la conoscenza del patrimonio geologico, favorire la pianificazione territoriale e garantire una gestione sostenibile del sito, con particolare attenzione alla sua conservazione e fruibilità.
In questo contesto, è stato siglato un accordo tra il Parco delle Serre e l’Università della Calabria – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra – che ha permesso di avviare nuove indagini sui megaliti. Un primo esito di queste ricerche è stato illustrato durante un incontro nella sede del Parco a Serra San Bruno, alla presenza di esperti, geologi, docenti universitari e rappresentanti istituzionali, tra cui Giovanni Aramini, dirigente regionale del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente, e Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio nazionale dei geologi.
Il dibattito sull’origine dei megaliti di Nardodipace si è accentuato negli ultimi venticinque anni, dividendo gli studiosi tra chi ritiene che si tratti di strutture naturali e chi ipotizza un’origine antropica. «Il nostro interesse – ha spiegato il commissario Grillo – è strettamente legato alla volontà di capire come intervenire, al di là delle due tesi che si contrappongono a proposito dell’origine antropica o naturale. L’interesse del Parco è capire in quale direzione procedere per la loro valorizzazione. Oggi, lo studio dell’Unical ci restituisce un primo risultato, fermo restando che qualunque tesi non fa altro che rafforzarne il fascino e l’attrattiva, che può essere di natura scientifica così come turistica, storica ed anche naturalistica».
Durante l’incontro, il professore Fabio Scarciglia, del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria, ha presentato i risultati dello studio condotto anche in collaborazione con l’Università di Zurigo. «Trattandosi di queste forme così affascinanti – ha dichiarato Scarciglia – non potevamo sottrarci a dare il nostro contributo tecnico-scientifico per offrire una risposta che fosse la più esaustiva possibile. Ecco perché abbiamo coinvolto anche l’Università di Zurigo e abbiamo collaborato anche con dei colleghi svizzeri, estendendo la visibilità di questi interessi anche a livello internazionale. Abbiamo così svolto diverse tipologie di analisi, alcune molto avanzate, sia presso i nostri laboratori che presso quelli dell’università di Zurigo, che ci hanno consentito di scoprire che in realtà si tratta di forme naturali; che, quindi, la natura le ha scolpite nel tempo, prima modellando queste forme più arrotondate in profondità e poi completandoli attraverso i fenomeni di erosione, cioè di rimozione del materiale degradato che ha permesso di mettere in luce le strutture che noi vediamo».
Il docente ha anche indicato le fasi evolutive del sito, datandone l’origine a un periodo compreso tra circa 35.000 e 8.000 anni fa. «Tutto questo – ha proseguito Scarciglia – nulla toglie al fatto che con ogni probabilità l’uomo li abbia poi in qualche modo utilizzati. E soprattutto, questo offre nuovi spunti per la loro valorizzazione, tra le bellezze del territorio locale che costituiscono una unicità nella diversità della morfologia del paesaggio e dell’ambiente».
Anche il sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, ha espresso il suo apprezzamento per i risultati dello studio: «Ovviamente quanto riferitoci oggi non toglie nulla al fascino ed alla rilevanza di queste strutture megalitiche, perché è sicuramente ipotizzabile che nel tempo si siano succeduti insediamenti umani che li hanno valorizzati e che possono averli scelti come luogo di insediamento di culto. Così come intatto rimane il fascino di questi megaliti, che, ogni volta che si visitano, suscitano intense emozioni».
Molto soddisfatto il commissario Grillo, che ha sottolineato come questi studi possano contribuire ad attirare visitatori, incentivando il turismo e sostenendo l’economia locale. «Io penso – ha affermato – che anche questi studi potranno contribuire fortemente a richiamare visitatori da tante parti d’Italia del mondo alimentando una sana economia che valorizzi sempre più il territorio che è parte del Parco delle Serre».
Foto dei megaliti di Associazione Culturale Mistery Hunters