Skip to main content
Notizie

«Nimes», la tartaruga costretta a nuotare in un mare di plastica

«Nimes», la tartaruga costretta a nuotare in un mare di plastica

«Nimes. Vi ricordate di lei? La tartaruga arrivata dallo Stretto di Messina con una brutta lesione alla pinna da strozzamento in una rete/lenza da pesca? Per salvarle la vita si è resa necessaria purtroppo l’amputazione di tutto l’arto, ormai in necrosi. E questo è stato possibile solo grazie al chirurgo Antonio Di Bello (della Sea Turtle Clinic – DVM- UniBa) con cui abbiamo l’immensa fortuna di collaborare. Adesso Nimes è in degenza post operatoria, ha i punti di sutura, si sta riprendendo alla grande, mangia da sola ed è accudita giornalmente da tutti i nostri fantastici volontari. Curiosità: Nimes deve il suo nome a un fatto tanto curioso quanto triste, visto che all’arrivo, ispezionandole la cavità boccale abbiamo trovato un corpo estraneo incastrato nel palato superiore, una bustina di un famoso analgesico per uso umano. Volendo sdrammatizzare potremmo pensare che la piccola tartaruga abbia cercato di curarsi da sola, ma la verità è che abbiamo trasformato il mare Mediterraneo nella più grande discarica a cielo aperto», hanno scritto i volontari di Blue Conservancy di Brancaleone sui loro profili social, descrivendo le condizioni di salute di «Nimes» e denunciando la pervasiva presenza nel nostro Mar Mediterraneo di plastica in ogni dove.

Un mare di plastica e di altri materiali che mettono sempre più in pericolo gli habitat e le specie marine

Vi abbiamo già parlato più volte (qui) dello straordinario lavoro svolto dai volontari di Blue Conservancy nella tutela dell’ecosistema marino nel suo complesso e in particolare di uno dei suoi tasselli più importanti come la tartaruga marina caretta-caretta in quanto specie bandiera. Eppure la vita e le difficoltà che questo esemplare deve affrontare giornalmente per sopravvivere rimandano a molti temi critici legati all’azione dell’uomo e al suo modo di innestare le proprie attività nell’ambiente, in altre occasioni, come nel caso della tartaruga «Gaia» abbiamo descritto gli effetti della pesca incontrollata sulla vita di questi antichi naviganti del mare, che riguardano anche «Nimes», causandole l’amputazione di una pinna in seguito ad una brutta lesione in una rete o lenza da pesca.

mare italiano isola di plastica - Meraviglie di Calabria - 10
Foto di Qui Finanza

Oggi aggiungiamo un tassello in più, evidenziato dai volontari di Blue Conservancy: la pervasiva presenza anche nelle nostre acque di plastica e rifiuti, uno dei quali è stato appunto ingerito involontariamente dalla tartaruga «Nimes», che stanno trasformando il Mediterraneo in una vera e propria «discarica a cielo aperto». Per fortuna questo meraviglioso mare sa ancora regalarci tutta la sua bellezza e accoglienza più di quanto noi lo siamo effettivamente nei suoi confronti, ma occorre domandarsi fino a quando sarà così? Accadimenti simili che danneggiano i preziosi custodi dell’equilibrio marino come le tartarughe caretta-caretta costituiscono degli appelli chiari, ad alta voce e drammatici che l’ecosistema intende comunicare all’uomo prima che si arrivi al punto di non ritorno.

34e7872e plastica inside gp0sts79t medium res 768x583 1 - Meraviglie di Calabria - 12
Foto di Greenpeace

Secondo l’indagine «Beach Litter» di Legambiente svolta nel 2023, volta a restituire un quadro sulla presenza di rifiuti nelle spiagge di 38 lidi di 15 regioni, tra le quali la Calabria: «Il marine litter resta, infatti, una delle grandi minacce da fronteggiare. Su un totale di 232.800 metri quadrati di area campionata sono stati contati 36543 rifiuti, una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Immaginate due corsie di una piscina olimpionica completamente piene di rifiuti di cui il 72,5% è composto da polimeri artificiali/plastica, che si attestano come sempre il materiale più trovato. Ma quest’anno a peggiorare il quadro sono i rifiuti di vetro/ceramica (9,2% del totale), composti per lo più da materiale da costruzione (tegole, mattoni, piastrelle ecc.) smaltito irregolarmente in spiaggia. Seguono il metallo (6,8% dei rifiuti raccolti) e la carta e cartone (il 3,9% del totale). Il restante materiale raccolto è costituito da tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti da cibo e sostanze chimiche»

Che fare per contribuire a ridurre l’inquinamento delle plastiche e di altri inquinanti in mare?

Certamente la tematica è particolarmente complessa e strutturata da richiedere ben altro livello di approfondimento, essendo una delle issue critiche direttamente impattanti non solo sulla Calabria ma sul mondo intero. Questo non toglie che alcuni comportamenti possono, goccia dopo goccia, contribuire a tutelare la bellezza del nostro meraviglioso mare e delle specie che lo popolano. Lasciamo quindi da parte il ben più complesso contesto economico e sociale per soffermarci su singole ma preziose azioni di attenzione individuale subito applicabili. Effettuare con attenzione la raccolta differenziata, sostituire i sacchetti di plastica con quelli in tessuto e le bottiglie di plastica con quelle in vetro, non disperdere i mozziconi di sigarette nell’ambiente e impegnarsi anche occasionalmente nella raccolta dei rifiuti in spiaggia prima che questi finiscano in mare, sono solo alcune delle basilari ma spesso disapplicate azioni di responsabilità individuale capaci di contribuire alla causa della tutela degli ecosistemi marini e dei suoi abitanti come le tartarughe marine.

info@meravigliedicalabria.it

Tag correlati
Condividi
Carrello0
Non ci sono prodotti
Continua a fare acquisti
Search
×