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Nel borgo del drago a Francavilla Angitola, un’eccezionale scoperta archeologica

Nel borgo del drago a Francavilla Angitola, un’eccezionale scoperta archeologica

Sono stati avviati da alcuni giorni a Francavilla Angitola i lavori di riqualificazione urbanistica e ambientale per la valorizzazione turistica e culturale del cosiddetto «borgo del drago» in località Pendina. L‘area è da sempre stata interessata dalle evidenze architettoniche dell’antico abitato in cui si sono palesate le tracce delle mura di cinta e delle porte di accesso all’antico sito fortificato. Grazie ai lavori avviati nelle ultime settimane dall’amministrazione comunale sono stati messi in evidenza una serie di edifici scavati nel tufo in cui ben evidenti sono le tracce di antiche scalinate, vasche di lavorazione e silos destinati alla conservazione di derrate alimentari molto simili per la natura della lavorazione a quelli più noti dell’insediamento degli Sbariati di Zungri.

I lavori di scavo e il sopralluogo della Soprintendenza

I lavori diretti dall’architetto Pino Romano sono seguiti sul campo sotto la stretta sorveglianza dell’archeologa vibonese Mariangela Preta in stretto contatto con la Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia. Proprio per l’eccezionalità del rinvenimento questa mattina La Soprintendenza, rappresentata dal Funzionario Archeologo Michele Mazza, insieme ad una delegazione del comune e della direzione dei lavori, ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato dei lavori e la natura dei rinvenimenti.

Il possibile insediamento bizantino

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«Normalmente l’insediamento, nel suo insieme, viene riferito all’età bizantina o più genericamente all’età medievale. Ora, se da un lato è evidente che alcuni settori potrebbero essere riferiti al basso Medioevo, dall’altro è opportuno evidenziare che la strada principale del villaggio, quasi interamente scavata nella roccia, mostra in più punti di aver tagliato strutture con profilo a sacco da interpretare inequivocabilmente come silos, l’intera area, dunque, doveva apparire come un unico grande granaio. Solo approfondimenti ulteriori ci consentiranno di definirne meglio la natura del sito e la datazione», ha dichiarato l’archeologa Mariangela Preta.

Una scoperta eccezionale per Francavilla Angitola

Il sindaco Pizzonia ha espresso grande soddisfazione per l’eccezionalità della scoperta che: «pone Francavilla Angitola al centro di uno sviluppo turistico archeologico dell’area, ponendo tali rinvenimenti  come parte integrante della memoria collettiva, per cui tutelare e valorizzare questo sito, così come tutto lo straordinario patrimonio culturale del nostro comune è un autentico atto d’amore nei confronti della comunità che rappresento e della nostra identità culturale», ha poi concluso il primo cittadino.

info@meravigliedicalabria.it

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