Missione sicurezza a Cerchiara per i misteriosi affreschi di Santa Maria delle Armi

Mettere in sicurezza gli splendidi affreschi dell’altare principale del Santuario di Santa Maria delle Armi a Cerchiara di Calabria. È questo l’intento dell’intervento annunciato dal Soprintendenza Abap per la provincia di Cosenza che punta a salvaguardare questo straordinario tesoro scoperto nell’antico monastero di origine bizantina.

In particolare il progetto, finanziato nell’ambito dei programmi Ministeriali, riguarderà le opere presenti nell’area del presbiterio della chiesa del Santuario collocate in adiacenza e nel retro dell’altare maggiore. «Gli interventi che verranno eseguiti – spiegano dal Segretariato regionale del MiC per la Calabria – avranno carattere provvisorio con lo scopo di mettere in sicurezza le strutture murarie contestualmente alla rimozione delle puntellature provvisorie e di preservare i dipinti murari dal protrarsi dello stato di degrado, in attesa di un progetto di restauro definitivo appositamente programmato».
La straordinaria scoperta


Una scoperta eccezionale quella degli affreschi rinvenuti nell’antico monastero. Frutto dell’attività di ricerca. Secondo quanto ricostruito dai tecnici del Segretariato regionale del ministero della Cultura, infatti, le opere sono emerse in occasione di un intervento di restauro attuato circa otto anni fa e a seguito di indagini archivistiche e documentarie che attestavano la preesistenza di una struttura di epoca più antica. Proprio per comprendere la bontà di quelle fonti sono stati eseguiti dei saggi di ispezione nella parete muraria, in corrispondenza e lateralmente all’altare maggiore che hanno confermato la presenza di dipinti murali, che rappresentano figure di santi.



I saggi hanno permesso di verificare la presenza solo di una parte dei dipinti murali. Così in attesa di un intervento di restauro appositamente progettato su tutta l’area, le strutture murarie sono state messe in sicurezza mediante inserimento di puntelli.
Ora si procederà ad un’attività più puntuale per garantire la tenuta della struttura e preservare quelle opere.
Il primo dipinto è stato rinvenuto a destra dell’altare e misura 180X0,63 cm circa, ed è collocato parallelamente alla parete muraria. Mentre il secondo dipinto è a sinistra dell’altare maggiore, misura 120X0,70 cm ca ed è collocato sulla parete trasversale rispetto alla muratura.
Ed infine il terzo dipinto è collocato sul retro della muratura in corrispondenza dell’altare maggiore. L’azione ispettiva, spiegano i tecnici ministeriali, è stata resa possibile mediante l’apertura di un cunicolo nella muratura che ha consentito – grazie all’utilizzo di sonde – di verificare la presenza di un dipinto raffigurante una vergine all’interno di una intercapedine dalle dimensioni molto ridotte.
La storia del monastero bizantino e le sue mutazioni

L’odierno santuario sorge su un antico sito monastico bizantino, alle pendici del monte Sellaro, anche noto come monte santo. Già nel X secolo si ha notizia nella vita di San Saba di un monachus ascetarii Armon (un monaco proveniente dall’ascetario delle Armi) e, poco distante, dell’esistenza del celebre monastero bizantino di Sant’Andrea, guidato dagli abati (egumeni) Pacomio e san Gregorio da Cerchiara.
Nel 1192 una ricca donazione in greco di un facoltoso cerchiarese, Gervasio Cabita, menziona, tra gli altri beneficiari, il monastero femminile di Santa Maria delle Armi e la sua chiesa.
Nel corso del XV secolo, dopo un probabile periodo di abbandono, la chiesa è di nuovo meta di pellegrinaggio. Nel 1517 il vescovo di Cassano, Marino Tomacelli di Napoli, con bolla ufficiale, dona il giuspatronato della chiesa alla Universitas Civium Circlari (l’allora comune di Cerchiara) per aver eseguito importanti lavori di ristrutturazione. Da allora anche i signori di Cerchiara, i principi Sanseverino di Bisignano e i Pignatelli di Cerchiara, incrementarono con le proprie offerte il complesso monumentale (da un edificio loggiato agli altari settecenteschi, dagli affreschi alla cappella della Madonna).

Al 1533 risale la costruzione, a partire dal santuario, di un complesso di strutture assistenziali. Il santuario è stato infatti una Pia Casa di Carità sino ai primi decenni del XVIII secolo, dedito soprattutto ad accogliere e istruire persone indigenti e orfanelli. In questo contesto, agli esposti accolti dal santuario vennero dati i cognomi Dell’armi e Cerchiara.
Molteplici e visibili sono le trasformazioni avvenute nei secoli, non sempre ricondotte ad un medesimo quadro figurale, per arrivare all’attuale palinsesto architettonico. Non sfuggono alla detta regola l’altare e l’annessa cappella dove: nel primo di evidenziano due fasi distinte di composizione risalenti al XVIII secolo, mentre nella seconda sono evidenti i segni (compreso anastilosi) di un rimontaggio della parte decorativa in marmo policromo che decora la volta “zuccotto”.
L’altare, inoltre, a seguito di saggi effettuati nel XVIII secolo, è stato posizionato nel punto in cui in precedenza erano presenti pitture murali che, pertanto erano state totalmente occultate.
Ed ora grazie alle attività portate avanti dalla Soprintendenza sono riemerse nella loro magnificenza.
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