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Miele, vino e olio: una Calabria buona in tutti i sensi nella Giornata del Gusto e del Benessere

Miele, vino e olio: una Calabria buona in tutti i sensi nella Giornata del Gusto e del Benessere

Metti un sabato di metà aprile quando, invece della primavera, apri la finestra e ti ritrovi all’improvviso in estate, metti 30 ragazzi provenienti da Istituti Agrari, licei e università e poi metti l’Agriturismo Costantino a Maida, un luogo del cuore in provincia di Catanzaro: qui è tutto green, compostabile, riciclabile, pulito, tutto al servizio del sociale, della natura e della bellezza. È solo l’inizio della “Giornata del Gusto e del Benessere” organizzata dall’Associazione “L’Albero della Vite” (ricadente nel Fondo delle Politiche Giovanili anni 2019-2020-21 Regione Calabria) che si è svolta proprio ieri, 13 aprile, in una cornice da favola sempre disponibile quando si tratta di fare formazione e parlare della nostra terra. La Calabria al centro degli incontri con la nuova generazione, giovani dai 17 ai 30 anni appassionati di cose buone.

Saltano fuori i progetti quando parli con loro perché stanno imparando a conoscere a fondo il territorio che ci circonda e non hanno paura di investirci: «Io mi ci vedo su e giù per i campi a bordo di un trattore», mi ha detto Sabina, studentessa all’ultimo anno dell’Istituto Agrario. Quando racconta, i suoi occhi sono una sfera di cristallo, perché posso prevedere il futuro guardandola: niente fermerà il suo sogno. «Io non voglio andarmene – dice ancora – voglio costruire qualcosa che sia tutto mio e puntare sulla coltivazione». Sabina, insomma, fa parte di questa inversione di tendenza che vede i giovani tornare alla terra e pensarsi agricoltori, sebbene nativi digitali, con la stessa naturalezza con cui nell’anteguerra s’imbracciavano zappa e rastrello.

I magnifici tre

Per la “Giornata del Gusto e del Benessere” sono letteralmente saliti in cattedra i magnifici tre: miele, vino e olio e ogni lezione è stata un incontro tra l’agroalimentare e il giovane pubblico che si è cimentato con schede tecniche di degustazione, palettine per “aprire” (si dice così) il miele, calici e bicchierini dentro cui mettere il naso e andare alla ricerca di profumi e calabresità. C’è sempre un fondo di meraviglia in queste esperienze sensoriali e li vedi sgranare gli occhi quando il loro naso davvero riesce a percepire una nota legnosa nel miele o di cioccolato nel vino.

È stato proprio il miele ad aprire le danze attraverso sei assaggi, diversi e identitari. Liliana Cirillo e Bruno Pezzo di Aprocal, Associazione apicoltori produttori calabresi, ci hanno portato in giro per campi e arnie a scoprire cose molte lontane dalle nostre abitudini: quanti di noi pensano al miele semplicemente come al palliativo per il mal di gola insieme al latte caldo? Invece si tratta di un alimento nobile, dagli usi gastronomici infiniti e principe della colazione mediterranea. Cristallizzato, viscoso, ambrato: ogni parola è una chiave per aprire nuovi, dolcissimi, mondi. Soprattutto, ogni parola è un passo in più lungo la strada dell’educazione alimentare e culturale.

Tra storia e tendenze

Poi è stata la volta del vino e, nelle vesti di sommelier, ho proposto un viaggio, indietro nel tempo e in mezzo alle tendenze del momento. Perché per capire cosa c’è nel calice, non si può prescindere da chi siamo e da dove veniamo.


Una parabola dalla Magna Grecia ai cooking-show per analizzare insieme le influenze che soffiano sulla viticultura autoctona e sulle nostre vite per approdare ai vini in degustazione, il Pecorello di Ippolito1845 e il Quattrolustri di Serracavallo: un bianco Made in Cirò e un rosso delle Terre di Cosenza per parlare di terroir e profumi e mettere alla prova i ragazzi, in tutti i sensi. L’esame visivo, olfattivo e gusto-olfattivo hanno tirato fuori curiosità e doti da degustatori. E, alla fine, la gioia più grande quando al fatidico “avete domande?” c’è chi risponde: «Ne avrei cento!». Perché è sempre la curiosità che… muove il Sole e l’altre stelle.

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Prima del pranzo, un giro per l’agriturismo insieme a Mariangela Costantino, padrona di casa sorridente e appassionata. L’agri-nido, l’antico frantoio, l’orto, le case rurali: ogni angolo è una piccola meraviglia perché succede sempre qualcosa, ci sono i bambini con le zappette che lavorano la terra, i cagnolini che si lasciano accarezzare, il parco giochi vicino alla piscina. Va da sé che, nel piatto, finisce tutto quello che l’azienda Costantino può autoprodurre, dall’olio ai succhi di frutta alla verdura. Tutto il resto è inequivocabilmente locale: una rete bellissima con le realtà circostanti per fare squadra e portare in tavola una Calabria-Experience a tutto tondo.

Oro verde e presidi slow-food

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Al posto del caffé, poi, c’è stato l’olio. Il tasting guidato da Lucia Talotta, produttrice, e Patrizia Costantino, responsabile della condotta di Slow Food Catanzaro, è partito da una riflessione sui presidi che tengono alto lo stendardo del “buono, pulito e giusto” e sulle abitudini alimentari (sapevi che il consumo medio di carne in Italia è di circa 50 Kg per persona all’anno?).

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La consapevolezza è sempre una maestra saggia: riflettere intorno a ciò che mangiamo, alla provenienza e alla lavorazione del cibo non può che guidarci verso scelte migliori – e più salutari – in ambito alimentare. Dalla teoria alla pratica, sui banchi sono finiti bicchierini pieni di oro verde per una narrazione fatta di note aromatiche e varietà locali.
La giornata non poteva che concludersi con la consegna degli attestati di partecipazione ai ragazzi, magica platea fatta di sogni e futuro che profuma di cose buone e di Calabria. (Rachele Grandinetti)

info@meravigliedicalabria.it

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