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L’oasi dell’Angitola, patrimonio di biodiversità

L’oasi dell’Angitola, patrimonio di biodiversità

Tra il promontorio di Capo Vaticano e la Piana di Lamezia Terme c’è una valle dove scorrono due corsi d’acqua: la Fiumara Reschia e il Fiume Angitola, che sfocia sul mar Tirreno, con alle spalle il profilo montuoso delle Serre Calabre. Così l’Associazione “Guide delle Serre” descrivo quello scorcio del territorio Vibonese che possiede uno dei siti naturalistici più importanti non solo per la Calabria: la Zona speciale di conservazione del Lago dell’Angitola. Questo sito si trova tra i Pizzo, Maierato e Monterosso Calabro, nel cuore del Parco Naturale Regionale delle Serre.

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«Nel 1966 – raccontano le guide – il percorso dei due fiumi venne interrotto per creare una diga artificiale che consentì e consente ancora l’irrigazione a scopo agricolo, ma soprattutto d’accogliere diverse specie botaniche e faunistiche, tanto da divenire oasi del WWF. Successivamente diviene area del parco Naturale Regionale delle Serre ed ancora zona umida d’importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar e inoltre rientra nella Rete Natura 2000».

Le guide poi passano in rassegna il patrimonio di avifauna presente nell’oasi e che comprende: svassi maggiori, aironi bianchi e cenerini, cicogne nere, cormorani, falchi di palude, martin pescatori, garzette, folaghe, cavalieri d’Italia e diverse specie di anatre.
«A seconda delle stagioni – spiegano – questi uccelli si possono avvistare soprattutto nel periodo dello svernamento e durante le migrazioni, dagli appositi capanni d’osservazione per i birdwatcher». L’oasi rappresenta, stando al racconto delle guide, una tappa gradita anche per le persone che amano camminare, oltre che ammirare la festosa fauna alata, circondate da una flora suggestiva composta da: sughere, piante di mirto, ontani neri, corbezzoli, lische maggiori».

Tra la fauna meno appariscente, presenti nell’oasi dell’Angitola ci sono il rospo smeraldino, raganelle, tartarughe palustri europee. «Di particolare rilievo – evidenziano le guide – il ritrovamento di un individuo di Lontra alla foce dell’Angitola».
Poi alcuni suggerimenti ai visitatori dell’Oasi e dell’area protetta: «Per chi volesse ammirare l’intero paesaggio, ci si può recare un po’ più in alto e, dopo aver attraversato uno scenografico bosco di sughere, scoprire i resti di un antico insediamento medioevale: Rocca Nicefaro, nota come “Rocca Angitola”. Infine percorrendo il tragitto della fiumara Reschia ci si potrà immergere nel selvaggio e misterioso, bosco di ontani neri».

info@meravigliedicalabria.it

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