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L’antica Chone, tesoro archeologico inesplorato a Cirò

L’antica Chone, tesoro archeologico inesplorato a Cirò

Della propria terra madre non si può non rendersi rumore suadente di conoscenza. L’arma più efficace per innovare territori, troppo spesso chiusi in argini di malversazione che limitano edificazione civile, è la cultura sana. E in Calabria, esortare alla ricerca archeologica, a studi di maggiore consapevolezza identitaria, è reale tesoro inesplorato che attende d’essere rivelato.

Proviamo a saperne di più sull’antica Chone, oggi Cirò, collina inondata da profumi e sapori generati da vigneti, uliveti, impastati dalla brezza del Mar Ionio verso cui si affaccia senza mai imbrunire. Per indicare il paesino collinare, viene riportato il termine Hypsichron/Ypsicròn. Tuttavia per la composizione e schema di insediamento territoriale tra gli antichi, Ypsicròn indica, piuttosto, una frazione dell’attuale Cirò.

Frazioni da cui nasce la storia

Le frazioni costituiscono un retaggio antico tra le genti, già nell’età del bronzo, del ferro. Sui territori si conservò la fisionomia a nuclei sparsi di insediamenti, comunità di villaggio strutturate in nuclei familiari estesi. Ed erano frequenti, dunque, nei tempi antichi, sia che si trattasse di presenza indigena, o successivamente di presenza greca, l’esistenza di abitati con nuclei di famiglie di tipo sparso. Chone/Cirò, non faceva eccezione, poiché era appunto suddiviso in frazioni.


Nell’area vicina al mare, cioè Krimisa, attuale Comune di Cirò Marina, avviene l’incontro dei primi greci con la gente non greca, quella che era dislocata, per aggregazioni, verso le alture collinari, e che ha il principale punto di riferimento tra i colli: Cozzo Leone, Sant’Elia, Serra Sanguigna, che hanno originato l’odierno Comune di Cirò, zona in cui va collocata, appunto, l’antica Chone, ricordata dal geografo, storico, filosofo greco, Strabone.

La ricerca archeologica da tempo arenata

In Cirò, un timido approccio, un piccolo processo di ricerca archeologica, concentrata sui tre colli, ha determinato il recupero di rari e preziosi pezzi dell’antica Chone, risalenti al X sec. a. C. fino al III sec. e attualmente custoditi nel Museo Civico Archeologico di Cirò, che ha trovato sede in un bene confiscato alla ‘ndrangheta. Tra i numerosi reperti, si distinguono i resti di un guerriero della fine del IV sec. a.C. con tutto il suo corredo funerario. Il processo di ricerca archeologica si è purtroppo arenato.

Le citazioni su Chone

Per dare però una piccola idea di quanto la storia su Chone/Cirò ha da dirci, riporto ciò che racconta Dionigi d’Alicarnasso, autore del trattato Antichità romane, vissuto nel I secolo a.C.: «Gli Arcadi, primi tra gli Elleni, attraversato l’Adriatico, si stanziarono in Italia, condotti da Enotro, figlio di Licaone, nato diciassette generazioni prima della guerra di Troia [siamo intorno al 1600 a.C. circa]. Era con lui Peucezio, uno dei suoi fratelli. Li seguivano molti compatrioti e quanti tra gli altri Elleni non disponevano di terra a sufficienza. [ … ] Enotro invece portando con sé la maggioranza della spedizione, giunse all’altro mare, quello che bagna le regioni occidentali dell’Italia. Questo si chiamava Ausonio, dagli Ausoni che abitavano sulle sue rive; ma, dopo che i Tirreni stabilirono la propria egemonia marittima, prese il nome che porta tuttora. E, trovate colà molte terre adatte sia al pascolo che alle colture agricole, ma per la maggior parte deserte e poco popolose, anche quelle che erano abitate, ne liberò alcune parti dagli stranieri e fondò sulle alture piccoli centri abitati, vicini gli uni agli altri, secondo la forma di insediamento consueta tra gli antichi. E la regione occupata, che era vasta, fu chiamata Enotria ed enotrie tutte le genti sulle quali egli regnò. La composizione geografica di Enotria presto passa nell’area dello Jonio e, alla denominazione etnica degli Enotri, si è talora sovrapposta e sostituita quella dei Chones».

La fondazione della città greca

La fondazione di Chone è attribuita, da Apollodoro, a Filottete, eroe greco che, dopo la caduta di Troia, approdò sulla costa calabra. Dagli studi viene riportato che Filottete avesse fondato al suo arrivo nella crotoniatide la punta di Krimisa e la città di Chone, e che da questa stessa i Chones avrebbero ricevuto il nome. La tradizione storico-letteraria vuole, altresì che Filottete giunto sulle coste ioniche della Calabria, avesse fondato oltre Krimisa e, più in alto, Chone, anche più a sud Petelia e Makalla. Tale descrizione traccia un quadro storico attendibile, sancendo l’esistenza dei territori, distinti, e suggerisce di localizzare Krimisa, attuale Cirò Marina, nell’area di Punta Alice; Chone nella zona dell’attuale Cirò; Petelia in Strongoli; Makalla con le Murgie di Strongoli.

Ciro La donazione di Philon - Meraviglie di Calabria - 14

Ritornando a Hypsichron/Ypsicròn, è importante approfondire e ricordare che tale appellativo non è usato solo da una frazione dell’attuale Cirò. Per alcuni storici identifica il clima di un territorio, – lo riporta nel I Tomo Della Calabria Illustrata Giovanni Fiore – da Psycros ‘freddo’, ma potrebbe essere anche da Iskhyròs, forte. Leggiamo dalla Treccani il significato: dal gr. ὕψι «in alto», ὑψι- Hypsi, primo elemento di parola composta, «in alto» o in genere elevatezza; e cròno – dal gr. χρόνος «tempo». La denominazione Hypsichron/Ypsicròn, infatti, è condivisa da quattro cittadine: la frazione Ypsicròn di Cirò (KR); Roccella Jonica (RC) – nel territorio di Roccella è esistita e esiste tuttora una località Psychrò, oggi Zifrò, sita a breve distanza dal monte Kellarana; Castelbuono, in provincia di Palermo, nella vallata delle Madonie; la grotta di Psychro, in Grecia, antica grotta sacra minoica, situata nel distretto di Lasithi, nella parte orientale di Creta. Essa viene associata alla grotta Dittea, quella che si dice essere stata il luogo di nascita di Zeus, padre di tutti gli dèi antichi. Secondo Esiodo, Rea diede alla luce Zeus in una grotta del monte Egeo. Dalla fine del XIX secolo, la grotta che sovrasta l’attuale villaggio di Psychro è stata identificata con il luogo di nascita di Zeus.

La storia di Chone/Cirò ha da esser nutrita in canoscenza. Ricerche capaci di penetrarne anfratti, determinano a una maggiore consapevolezza identitaria, oltre che a essere volano di attrattiva e sviluppo economico. È strada imprescindibile la ricerca storica per, con autenticità e coerenza, impreziosire territori, arginando malversazioni. Le istituzioni, governanti il bene comune socio-religioso-culturale, scrutino i territori su cui siedono, motivino alla capacità critica, affinché emerga l’immenso tesoro archeologico dormiente di cui il popolo di Calabria possa rendersi edotto. (Maria Francesca Carnea)

info@meravigliedicalabria.it

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