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La Varia, il miracolo della fede (FOTO)

La Varia, il miracolo della fede (FOTO)

Il 27 agosto 2023 è in programma la nuova edizione della festa della Varia a Palmi. A distanza di quattro anni dall’ultima “scasata”, datata 2019, il carro sacro tornerà ad attraversare corso Garibaldi spinto dagli “‘Mbuttaturi“. Tante le novità. «Questa è una edizione particolare, una sorta di scommessa, perché il nuovo presidente del comitato ha introdotto l’utilizzo di strumenti innovativi e coinvolto professionisti di fama internazionale, tutti originari di Palmi. Inoltre saranno realizzati i nuovi loghi delle corporazioni e un nuovo logo della Varia» . Lo racconta a Meraviglie di Calabria, Eugenio Crea presidente dell’associazione ‘Mbuttaturi di Palmi. 

La Varia meccanica del Cavaliere Militano

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Il Cavaliere Giuseppe Militano

Venne al Cavaliere Giuseppe Militano, nel 1900, l’idea di costruire nelle sue officine la macchina in legno e ferro, inserita dieci anni fa (nel dicembre 2013) nella Rete delle Grandi Macchine a spalla italiane e divenuta Patrimonio Unesco orale ed immateriale dell’umanità. Quella legata alla “Varia meccanica” è una storia di coraggio e determinazione. In passato, la Varia aveva una struttura più leggera e veniva trasportata a spalla di peso lungo le vie di Palmi. Alla fine dell’Ottocento la festa era stata soppressa per via di alcuni incidenti avvenuti durante il tragitto. Era una fase di crisi e una tradizione secolare rischiava di scomparire. Militano, costruttore e geniale imprenditore, decise di non arrendersi. Il progetto era ambizioso: «costruire un carro alto circa 16 metri che doveva essere trainato – non più trasportato di peso – grazie a quattro pattini di ferro alla base. La nuvola con gli astri e l’Animella in alto a rappresentare l’Assunzione di Maria avrebbe trovato di lì a poco nuovo splendore».

«Militano mise a disposizione le sue officine, gli operai, il materiale. Seguì la costruzione del basamento di legno e poi dello scheletro in ferro con i meccanismi meticolosi per far muovere il sole e la luna e il seggiolino rotante dell’Animella. Incontrò molti ostacoli: come ha ricordato anni dopo la nipote Mema Bagalà, familiari e amici non facevano che metterlo in guardia dai rischi che correva. Ma non si arrese. Nel 1900, dopo un collaudo ingegneristico, la “Varia meccanica” era pronta. L’ultima domenica di agosto dello stesso anno, il nuovo carro attraversò per la prima volta corso Garibaldi. Il trasporto avvenne senza incidenti. Militano aveva creato una macchina forte, stabile e incantevole. «Quella che ancora oggi noi Mbuttaturi abbiamo l’onore di trainare».

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La Varia Meccanica del Cavaliere Militano

«Sotto le stanghe non ci sono colori»

Muovere una struttura di venti tonnellate non è semplice. Stretti alle travi, gli ‘mbuttaturi spingono la «maestosa piramide» con tutte le forze. Ogni corporazione fa la propria parte: Marinai e Contadini, lungo le due stanghe laterali, hanno anche il compito di riequilibrare la struttura, che spesso si sposta verso i lati esterni durante il tragitto. A spingere al centro sono Artigiani, Carrettieri e Bovari. È così che si muove dal basso il carro che rappresenta l’Assunzione di Maria. Ma non è solo una questione di forza. Le energie vanno gestite con intelligenza, e l’andatura controllata per garantire un trasporto sicuro nei vari punti del tracciato. «Ogni anno l’emozione è sempre diversa, le azioni si ripetono e le sensazioni provate sono nuove. Non avvertiamo mai la stanchezza», dice Crea. Fino a piazza Libertà, il percorso è in leggera discesa: spingere può essere controproducente. Più saggio controllare il carro e risparmiare le forze per i tratti duri di Corso Garibaldi. È il finale, infatti, il vero ostacolo. Superata piazza I Maggio, arriva la salita. In pochi istanti viene meno l’aiuto dei tiratori alle corde, costretti a mollare la presa delle lunghe funi in prossimità del belvedere “Suriano“. È lì che gli ‘mbuttaturi raccolgono le energie ed «è in quel momento che senti addosso il peso della storia, perché la Varia non si è mai fermata. Saltano gli schemi, le consegne, e si è, forse come mai, fortemente ‘Mbuttaturi, guardi la trave più vicina e ti rivedi nella fatica di chi ti sta accanto. Non riconosci più il fazzoletto di diverso colore. Perché sotto le stanghe non ci sono colori.

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Eugenio Crea

Ed è questo, senza alcun dubbio, a far sì che il “miracolo” si ripeta ogni volta». «I più giovani scalpitano – racconta Crea – sul loro viso si percepisce anche un pizzico di paura perché stanno per “‘mbuttare” per la prima volta. Si mostrano affascinati dai nostri racconti, il senso di attesa spesso toglie il respiro».

La Varia coinvolge tutti, non solo i principali protagonisti: gli ‘mbuttaturi, ma anche chi materialmente non governa la maestosa piramide. Le donne, ad esempio, «ci accompagnano fino al “Cippo” – la base della Varia – fino ad un attimo prima della ‘mbuttata, della partenza». Sopra al Cippo trovano posto, prima della scasata e durante il trasporto della macchina, i 12 Apostoli, i seguaci di Gesù Cristo.

«Alfonso sollevò un braccio, ottenne l’attenzione dei ‘mbuttaturi, chiese se fossero pronti, li vide chinarsi e imbracciare forte e fece il cenno che mastro Tano attendeva. Mastro Tano allargò le braccia e dal balcone l’animella mise piede sull’impalcatura, con il suo abito azzurro, la corona di fiori in testa e un sorriso che non le lasciava la bocca. Appena sul pianerottolo in cima, salutò la folla acclamante sventolando le braccia. Come il giorno della prova, mastro Tano la sollevò porgendola alla moltitudine, Madonna ora. Poi cominciò a legarla con i nastri al seggiolino rotante. Lei, dall’alto dei quindici metri, sopra una marea di gente, sopra le case, dentro un cielo colore della sua veste, aumentò lo sbracciarsi sorridendo il sorriso che l’aveva fatta preferire a tante altre». (Tratto da “’25 nero” di Mimmo Gangemi)

L’animella

«La Varia è collegata alla Madonna della Lettera. Ecco perché non può esistere una senza l’altra. La Madonna della Sacra Lettera prima di ogni cosa. Il resto è goliardia, cortei e sfilate». C’è un altro momento che anticipa la Varia: l’elezione dell’Animella. «E’ l’espressione della volontà del popolo, viene scelta dai palmesi». L’Animella è una bambina che non supera gli 11 anni, «prima – racconta Crea – si sceglieva un’orfana, ma questo requisito è venuto meno con il passare del tempo». «Ho avuto modo di incontrare “le animelle” delle scorse edizioni – aggiunge – per tutte ha rappresentato una esperienza di vita. Non è retorica. Conosco le “Animelle” delle edizioni della Varia degli anni ’60 e sono pienamente coinvolte nella macchina organizzativa».

«Spara il cannone, è l’ora di scasare. pronto è il Padreterno ad impartir coraggio alla dolce Animella verso Piazza Primo Maggio, baciato è il suo radioso sguardo da un soave raggio solare. Felici gli angioletti muovon le mani salutando circondati da una folla festante ed estasiata. Tenaci mbuttaturi trasportan la macchina dondolando fieri e felici di condurre la sublime e maestosa scasata. Artigiani, Bovari, Carrettieri, Marinai e Contadini. spingon lo Cippo come prodi gregari garibaldini. La Terrazza sullo Stretto fa una gran festa che, della storia degli avi, è tutto ciò che resta». (Pasquale Cannistrà)

di Fabio Benincasa

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