La Valle del Tacina, un tesoro verde nella Sila Piccola
Il caldo della stagione estiva quasi soffoca e si fa sentire con tutta la sua avvolgente determinazione. Oggi vi consigliamo non soltanto un modo per trovare riparo dall’onda di calore estiva, ma un vero e proprio viaggio nell’anima nella Valle del Tacina, uno dei tratti più suggestivi ed autentici di quel tesoro verde composto dalle aree montane interne di una regione sempre più apprezzata, oltre che per le bellezze del suo mare, anche per il fascino segreto di una montagna mozzafiato. Eppure, la Valle del fiume Tacina, è meravigliosa non solo in estate, come location ideale per un fresco pic-nic all’ombra dei pini protetti dal Parco Nazionale della Sila, ma anche in inverno, con le sue suggestive vedute nelle quali la «dama bianca» ricopre con il suo fascino uno già straordinario paesaggio, oltreché all’imbrunire dei suoi colori apprezzando il foliage autunnale e il ritorno delle sue vivaci tonalità in primavera. Insomma, se non ci sei già stato non fartelo raccontare, il migliore momento per visitare la Valle del Tacina è adesso. Un vero e proprio paradiso per lo slow tourism calabrese.
Ci troviamo all’interno della Sila Piccola, nel catanzarese, nei pressi di Villaggio Buturo e Tirivolo, questa meraviglia della natura è raggiungibile in circa un’ora di cammino dalla strada tra Buturo e il bivio per Spineto; il verde è il leitmotiv di un’ambientazione unica in termini naturalistici, biogenetici e paesaggistici. In questo scorcio di paradiso montano, tra i parchi più belli d’Italia, è possibile osservare le radure maestose che si alternano ai fitti boschi di pini, faggi e conifere. Se camminiamo a passo lento per apprezzare ogni attimo di suggestione e meraviglia, oltre al cinguettio degli uccelli è possibile ascoltare un rumore di sottofondo dovuto allo scorrere dell’acqua in fiumiciattoli e laghi, capaci di restituire agli amanti del trekking, dell’equitazione e delle escursioni, una sensazione di incontaminata bellezza e libertà. Un altro fattore di unicità della Valle del Tacina è costituito dalla mancanza di insediamenti umani per chilometri, nei quali l’ingegno dell’uomo ha preferito lasciare spazio alla bellezza incontaminata della natura, dimenticate dunque per alcuni tratti la rete telefonica e le comodità di ogni giorno per immergervi in un tesoro verde difficile da dimenticare.
La Valle del Tacina è lo scenario perfetto per gli amanti della natura desiderosi di osservare in prima persona e con le dovute precauzioni gli abitanti del bosco che popolano questi magici luoghi, a partire dal protagonista, simbolo del Parco Nazionale della Sila: il lupo. Furtivo e affascinante, chi ha avuto la possibilità di osservare anche di sfuggita un esemplare in natura sa bene quale sensazione di profonda ammirazione e fortuna si provi ad incrociarne lo sguardo, ma è anche possibile scorgere cinghiali, caprioli, volpi e tante altre specie in grado di testimoniare la presenza di un habitat d’eccezione. Inoltre, in questi luoghi gli amanti del birdwatching possono scorgere diverse specie di uccelli nel loro habitat naturale.
Proprio nella Valle del Tacina e in altre località del Parco Nazionale della Sila la ricca presenza di pini nell’antica Silva romana ha favorito lo sviluppo di una fiorente attività estrattiva di pece, un elemento rimasto vivo nella toponomastica della cascata e della vallata locale e nelle sue tradizioni, tanto che le tracce dell’antico casale destinato a questa preziosa attività sono ancora oggi noti come i «Ruderi del Piciaro». La vallata è stata scavata dallo scorrere dell’acqua dell’omonimo fiume Tacina, che con i suoi affluenti, il Soleo e il Mesoraca, attraversa per ben cinquantotto chilometri il Parco Nazionale della Sila prima di sfociare nel Golfo di Squillace.
Particolarmente affascinante è il percorso ad anello sulla Valle del Tacina per cogliere tutte le peculiarità della sua incontaminata bellezza, da apprezzare però sotto la supervisione di una guida esperta.
Non vi resta che immergervi in questo unico paradiso verde.
info@meravigliedicalabria.it
Foto di copertina di Andrea Martini di Cigala