La forma artistica della scaramanzia: le maschere apotropaiche di Seminara
Quando si fa riferimento alla ceramica di Seminara, c’è un’immagine che diventa subito protagonista, ed è quella delle maschere apotropaiche. Sono figure scaramantiche, e sono volutamente spaventose. È come avere un faccia a faccia con una Medusa o fronteggiare le terribili Gorgoni, hanno una bocca spalancata e deforme, il capo modellato da grandi sporgenze a mo’ di corna, lo sguardo è beffardo e grottesco. È il fascino di questa manifattura, realizzata a mano, da sempre, nelle botteghe artigiane del borgo reggino, che affascinò addirittura Picasso.
Molte di queste creazioni artigianali venivano incastonate nei muri esterni delle abitazioni, o accanto alle porte d’ingresso: si credeva così di tener lontano dalle proprie dimore l’invidia o la gelosia, il cattivo sentire di chi vuole male o l’ombra degli spiriti maligni, opponendogli il timore di una figura spaventosa. L’immaginario è da spavento dunque, da far paura, ma tradotto in una figura artistica molto colorata, creazioni di lucida fattura, legate al mito e alla bellezza di ciò che è realizzato a mano.
Sono oggetti della tradizione ma ancora oggi esposte e ricercate, non solo nei territori di regione: queste icone vengono molto spesso riprese dalla creatività di designer e artisti internazionali, che le propongono come creazioni per un originale ed identitario interior design. La loro stessa realizzazione è una sorta di spettacolo, che genera sempre ammirazione, diventa espressione del valore reale della manifattura, nella delicatezza, nella gestualità, nel prendere forma di una tradizione divenuta oggetto d’arte. E di questi laboratori a cielo aperto, in Calabria, se ne può fare ancora diretta esperienza, come quella volta che… il Maestro Rocco Condurso, artigiano della ceramica di Seminara, è arrivato a Gallicianò, per realizzare e condividere le maschere di una tradizione di respiro grecanico.
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