La chiesetta di Sant’Antonio a Pallagorio: tra fede, tradizione e identità arbëreshe

Sulla sommità di un colle verdeggiante, immersa nella quiete della campagna calabrese, sorge la Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Pallagorio (KR). Più che un semplice luogo di culto, rappresenta un simbolo identitario per la comunità locale, un ponte tra fede, tradizione e cultura arbëreshe.
Le radici Arbëreshe e la lotta per il rito greco
Le origini della chiesa sono ignote. Le prime notizie risalgono al XVII secolo, quando il rito greco, officiato fino ad allora nella chiesa parrocchiale, venne soppresso a favore del rito latino. Con l’arrivo del vescovo Vitaliano Marescano (1661-1667) alla guida dell’allora Diocesi di Umbriatico, il rito greco praticato dagli albanesi fu ufficialmente abolito, provocando non poche rimostranze. L’abolizione avvenne durante un sinodo diocesano, nel quale il presule decretò l’eliminazione delle cerimonie greche dalle chiese diocesane. Tuttavia, ciò non scoraggiò la popolazione, che proseguì a officiare le celebrazioni di rito greco in maniera semiclandestina, principalmente presso la chiesa di “Santa Maria della Gardea”, oggi nota come Chiesa di Sant’Antonio da Padova. La chiesa rurale, situata a pochi chilometri dal centro abitato, sul sito di un antico convento medievale, divenne un baluardo della tradizione greca e un luogo di grande devozione popolare. La persistenza dei riti greci fece sì che la chiesetta divenisse meta di grande devozione popolare, devozione che perdura, anche se per motivazioni differenti, fino ad oggi.
Un luogo di devozione e identità
Nel tempo, la chiesa divenne il cuore pulsante della fede e dell’identità arbëreshe di Pallagorio. In essa, tradizione e fede si incontrano e si rincorrono, creando un sublime connubio tra atti di devozione popolare e rappresentazioni storiche. Si tramanda che ogni martedì dopo Pasqua, in occasione della festa di Sant’Antonio, si tenesse una sentita processione, accompagnata da canti e balli tradizionali che rievocavano le gesta di Giorgio Castriota Skanderbeg, eroe nazionale albanese. Era un’occasione per celebrare la propria fede e le proprie origini, per rinsaldare i legami comunitari e trasmettere alle nuove generazioni i valori della tradizione arbëreshe. Sopravvive ancora oggi un aspetto singolare della devozione verso Sant’Antonio, secondo cui ogni mercoledì, le donne si recano a piedi alla chiesetta pregando il Santo per ottenere la grazia di trovare marito. Questa pratica devozionale riflette la profondità della fede e della speranza delle donne della comunità.



Tradizioni che resistono al tempo
Sebbene oggi la rievocazione storica non venga più messa in scena (anche se nel 2024, per la prima volta, è stato riproposto), la Chiesa di Sant’Antonio da Padova continua ad essere un luogo di grande devozione per la comunità. Qui, ogni martedì dopo Pasqua (e non il classico lunedì) si celebra “la Pasquetta” pallagorese, che richiama ancora numerosi fedeli che partecipano alla messa e alla processione, mantenendo viva la memoria di un passato ricco di storia e cultura. La pasquetta pallagorese è un’occasione speciale per immergersi nella cultura arbëreshe di Pallagorio. Le donne indossano i tradizionali costumi ricchi di ornamenti, tramandando la bellezza e l’eleganza del passato. La giornata si conclude con un pasto condiviso sul prato, in un clima di convivialità e condivisione.
Un futuro di valorizzazione e identità
Il valore storico, tradizionale e memoriale di questo luogo ha fatto sì che fosse sempre frequentato anche se, il passare del tempo ha portato il luogo di culto ad essere oggi in condizioni precarie. Tuttavia, grazie alla segnalazione alla Sovrintendenza da parte di una giovane archeologa del luogo Giovanna Panebianco, la chiesa potrà ritornare al suo primordiale splendore. Attingendo ai Fondi del PNRR, il sito è stato inserito dal Ministero della Cultura in un piano nazionale di tutela e recupero di beni artistici e storici, che porterà a un importante intervento di restauro e messa in sicurezza, volto a preservarne il valore simbolico e culturale. Questa iniziativa, promossa dalla Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, vede la collaborazione di architetti, ingegneri e restauratori per preservare questo prezioso patrimonio. Con il restauro sarà forse possibile scoprire qualcosa di più sulla storia di questo posto che resiste alle pieghe del tempo e continua a scrivere le pagine della vita degli abitanti del luogo.

Il restauro della chiesetta non solo garantirà la sua conservazione, ma permetterà anche di continuare le tradizioni religiose e culturali che la comunità di Pallagorio ha mantenuto viva per secoli. La Pasquetta pallagorese, celebrata il martedì dopo Pasqua presso la chiesetta, testimonia la continuità culturale della comunità e il suo profondo legame con le proprie radici.
Domenico Lo Duca