La Calabria che a Natale è tra le tavole migliori d’Italia
C’è un podio dedicato alle migliori tavole natalizie d’Italia e c’è una posizione privilegiata anche per quelle di Calabria. La lettura viene fuori grazie ad uno studio condotto da Preply, piattaforma globale per l’apprendimento delle lingue, ha realizzato una specifica analisi volta a decretare la regione con la tavola natalizia migliore d’Italia, ma anche per individuare il dolce più cercato online dagli Italiani, rivelando infine alcune curiosità linguistiche sull’origine e la pronuncia di alcune pietanze tradizionali. La Lombardia è la regione con la tavola natalizia migliore d’Italia, con 42 piatti tipici. Seguono Sardegna che ne propone 31, e la Calabria con 28 e che si identificano soprattutto a base di dolci tipici: tra questi i Cuddrurieddri, ciambelle con miele, noci e cannella; la Pignolata, palline di pasta fritta unite da miele e decorate con chicchi di anice o zucchero colorato; la Pitta ‘nchiusa o Pitta ‘mpigliata, un pane dolce farcito con frutta secca, miele e spezie, talvolta arricchito con cioccolato o canditi. Ed ancora turdiddri e scaliddri o i Petrali di Reggio. A farne scorta si fa presto, è la pronuncia che potrebbe creare una declassifica, potrebbe.
Una voce dello studio condotto da Perply è dedicata infatti alle pietanze natalizie cosiddette “impronunciabili”, la cui cadenza è in grado di mandare in crisi non solo gli stranieri, ma anche gli italiani. Questo perché tanti piatti tipici delle festività hanno mantenuto nomi dialettali o derivanti da francese e tedesco. È il caso delle (o dei) sannacchiùtele [sannakˈkjutele] appartenenti alla tradizione culinaria della provincia di Taranto: in questo caso può essere complicato capire dove cada correttamente l’accento in assenza di segni grafici, nonché se parlarne al maschile o al femminile, essendo presenti varie versioni. Il nome viene dall’espressione “s’hanno a chiudere”, cioè “si devono chiudere”, in riferimento alla forma a saccottino di questi gnocchetti fritti, nonché alla necessità di conservarli nascosti in credenza prima che arrivi Natale per tenerli lontani dai più golosi.
In Valle d’Aosta sono tipici due pani: flantze [flɑ̃ts] e mécoulin [mekulɛ̃]. In questo caso la difficoltà è dovuta alla pronuncia francese, dove ad esempio la pronuncia di un dittongo può corrispondere a una singola vocale (come nel caso di mécoulin) e viceversa. In questa rassegna, avete letto “cuddrurieddri” o turdiddri e scaliddri? Pare di no, pare siano calabresi, pronunciabili e di gusto universale.
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