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In Sila il rinvenimento del secondo quadricristallo caduto sulla Terra migliaia di anni fa

In Sila il rinvenimento del secondo quadricristallo caduto sulla Terra migliaia di anni fa

Un reperto rarissimo ed eccezionale proveniente dalle profondità delle galassie. Talmente raro da essere il secondo ritrovamento al Mondo di un quadricristallo in natura. Un materiale definito dagli scienziati «impossibile» composto da una lega metallica di rame ed alluminio che è valso il Nobel a Dan Shechtman. Il fisico israeliano naturalizzato americano ottenne quel per la sua scoperta nel corso di un esperimento in laboratorio durante il tentativo di amorfizzazione di un metallo. Quello studio fece emergere una figura di diffrazione con simmetria di ordine 5, cioè un cristallo bidimensionale di forma pentagonale. Una simmetria che, secondo gli schemi della cristallografia, risulterebbe impossibile dato che la loro struttura atomica segue schemi che non si ripetono mai nello stesso modo, diversamente dai cristalli che siamo abituati a vedere.

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Il confronto del frammento trovato in Sila sulla grandezza di un dito

Quel reperto eccezionale è stato rinvenuto in Calabria sul Monte Gariglione nell’Altopiano della Sila nel territorio che attraversa i comuni di Taverna, Zagarise, Mesoraca e Policastro. Quel materiale è stato trovato all’interno di un micro meteorite grande poco più di un granello di sabbia proveniente dalle profondità delle galassie e a distanza di mesi fa discutere ancora la scienza.

meteorite scoperto sul monte gariglione 1953396 - Meraviglie di Calabria - 4


A descriverne per primi la qualità e l’importanza di quella scoperta sulle pagine della rivista Communications Earth & Environment è stato un gruppo di ricerca italiano coordinato da Giovanna Agrosì, docente di mineralogia dell’Università di Bari, in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Agenzia spaziale italiana (Asi), che ha raccontato anche la storia del ritrovamento di questo prezioso meteorite.

L’eccezionale scoperta

La scoperta del minuscolo meteorite – che si presenta in forma sferula – è stata fatta da un collezionista che, notata l’anomala lucentezza del materiale, lo ha raccolto e spedito all’Università di Bari. Sono stati questi studiosi, dopo approfondite analisi, a confermare l’origine extraterrestre del meteorite e la presenza del rarissimo materiale. L’insolita lucentezza metallica, infatti, è dovuta alla presenza di una lega metallica di rame e alluminio e gli esperti sono rimasti subito impressionati nel constatare di avere davanti uno dei rari casi di presenza di questo materiale in natura. Il meteorite è ora custodito nel museo di Scienze della Terra dell’Università di Bari e sarà oggetto di nuovi studi.

Gli studi sui quadricristalli ed il precedente

A stabilire che questo materiale potesse formarsi non solo in laboratorio, ma anche in natura furono gli studi di Luca Bindi dell’Università di Firenze. Nel 2009 il team coordinato dal professore di Scienze della Terra dell’Ateneo fiorentino dimostrò che i quadricristalli, in opportune condizioni geologiche, si possono ritrovare in natura.

meteorite - Meraviglie di Calabria - 6

Il primo rinvenimento avvenne nel fiume Khatyrka, nella Russia orientale. Una spedizione scientifica in questi luoghi coordinata dallo stesso Bindi e dal fisico Paul Steinhardt dell’Università di Princeton, permise poi di stabilire che quel reperto avesse origine extra-terrestre. Stando agli studi, poi pubblicato sulla Reports on Progress in Physics nell’agosto 2012, quel frammento sarebbe arrivato sulla Terra da un meteorite del tipo “condrite carbonacea” precipitato circa 15.000 anni fa e formatosi addirittura 4,5 miliardi di anni.
Finora quell’esemplare era unico al mondo. Ora esiste quello rinvenuto a Monte Gariglione in Sila.

L’importanza del ritrovamento in Sila

La scoperta avvenuta in Sila è importante non solo pe il mondo della mineralogia, ma secondo gli esperti avrà anche risvolti in quello della fisica e della chimica. È infatti la dimostrazione che i quasicristalli si possono formare naturalmente e rimanere stabili per tempi geologici. «I risultati di questa ricerca mostrano che esiste un Universo ancora ignoto di fasi mineralogiche alla nanoscala nei materiali di origine extraterrestre, che riesce ancora a sorprenderci», ha spiegato in un’intervista Paola Manzari, dell’unità di Coordinamento ricerca e alta formazione del Centro Spaziale di Matera dell’Asi. E ha poi aggiunto: «La scoperta di questa lega anomala in una matrice condritica insieme alla presenza dei quasicristalli, apre nuovi scenari sulle origini del materiale originario da cui si è staccato il frammentino e fornisce nuovi elementi per comprendere i meccanismi di formazione del Sistema solare».

info@meravigliedicalabria.it

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