Il pane dalla Locride al Veneto

In tutta Italia non c’è un’altra tradizione comunitaria e strettamente legata alla condivisione e alle radici religiose e storico-culturali capace di unire ed eliminare le distanze geografiche come quella legata alla panificazione.
Il convegno “Il cammino del pane dalla Locride al Veneto – Itinerario europeo e mediterraneo” svoltosi venerdì scorso nelle sale della Camera di Commercio di Treviso ha portato i sapori e i profumi mediterranei della Calabria fino in Veneto, in una tavola rotonda di condivisione e passione, intrecciando storie, riflessioni e programmi, per un ponte ideale di unione tra i popoli. Da Platì, San Luca, Africo e Canolo è partito il racconto dei luoghi e delle loro comunità che ricorda le radici antiche di questi posti in grado di segnare la strada per il futuro. Il progetto è stato realizzato grazie al “gruppo di azione locale Terre Locridee” (GAL) in collaborazione con “Officine delle idee” e “Marco Polo” Project“.



Il convivium è stato introdotto dal presidente Finnegans Diego Lorenzi, che ha aperto la tavola rotonda moderata da Chiara Spadaro, geografa e studiosa di Culture del Cibo, mentre il giornalista e scrittore iraniano Reza Rashidy ha descritto la storia della panificazione nel suo paese, evidenziando tratti molto simili a quelli della lavorazione del pane nella Locride. Insieme a lui il professore Giacomo Petrarca dell’Università San Raffaele di Milano e la coordinatrice di Slow Wine Veneto Patrizia Loiola hanno tracciato il quadro delle tradizioni e delle ritualità intorno al pane, che spesso si ritrovano con evidenti analogie in comunità di paesi differenti e lontani fra di loro, come la sacralità del pane, declinata attraverso espressioni fideistiche diverse. Il direttore del GAL Terre Locridee, Guido Mignolli, ha poi illustrato l’opera svolta in tema di valorizzazione della biodiversità, che prevede anche un lavoro di recupero e salvataggio sui grani antichi del territorio.
Questa iniziativa – confluita all’interno del progetto “Locride2025 – Tutta un’altra storia” – rappresenta per il territorio un tassello positivo all’interno di una diversa e positiva narrazione per rendere visibili aspetti culturali del territorio per molti ancora sconosciuti, a partire dai suoi tre pani più rappresentativi – Canolo, Platì, San Luca – ha consentito non solo il confronto con le produzioni del Veneto, ma soprattutto ha dato valore a una tradizione identitaria gastronomica di grande valore nutrizionale e dal gusto esclusivo, che caratterizza e valorizza tutto il patrimonio produttivo tradizionale locale capace di aprire nuove finestre di dialogo e di alleanza culturale.
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