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Il Festival delle Candele: una favola nel Castello di Corigliano

Il Festival delle Candele: una favola nel Castello di Corigliano

Anche la luna si è fatta da parte per il “Festival delle Candele” a Corigliano ed è rimasta a vegliare sul Castello Ducale ambrata, senza mostrare troppo il suo lato bianco-neon. Spegniamo le luci per accendere l’arte: è così che alle nove e mezza di sera, lo scorso 23 agosto, è iniziato l’evento più romantico e immersivo della stagione ventiventitré. Prima di varcare l’ingresso, ci siamo trovati col naso all’insù per rincorrere la torre del castello che sembrava toccare il cielo. Una volta messo il piede dentro, poi, pensi che qualcuno, da lassù, stia per urlare: “Alzate il ponte”. Sì, quello levatoio. Qui è tutto come nelle favole e nel Salone degli Specchi ti aspetti da un momento all’altro che un’orchestra dia il “la” ad un valzer e spunti una principessa con i boccoli e l’abito a ruota. La Sala è mozzafiato: il soffitto dipinto, le colonne lavorate, i divanetti in alcantara e il pianoforte a coda: ancora oggi, qui si tengono concerti di musica classica e jazz. La temperatura è salita velocemente perché all’interno ogni stanza è stata allestita con giochi di luce e scenografie fatte di lumicini (la riproduzione del castello con piccole candele era il posto più instagrammabile della serata!) e senza il rischio di creare angoli bui per via del venticello o di qualche bambino che si è divertito a soffiare sulle candele come se avesse visto la torta di compleanno più grande della sua vita, grazie allo staff sempre pronto con accendino alla mano, paladino degli stoppini.

Emozioni on stage

La serata è stata una valanga di emozioni, una dietro l’altra: le Spade di Fuoco di LUX Gladio ASD hanno illuminato il piazzale con un combattimento tra un templare e un’alchimista portando sulla scena la metafora dell’uomo che difende il focolare domestico e della donna che, di tanto in tanto, attizza il fuoco e crea scompiglio (sarà davvero così!?). Abbiamo trattenuto il fiato con Matteo Magro, in arte Johnny Rope, il funambolo che fendeva il cielo del Castello: è l’unico nella nostra regione a praticare slacklining, ovvero camminare su una fettuccia di due centimetri sospesa nel vuoto.

Note nell’aria, di vino e di musica

Abbiamo ripreso a respirare nei calici con i vini di Ippolito 1845, la cantina partner – insieme a Meraviglie di Calabria – del Festival. Un banco circondato da lucine ha dato la possibilità di degustare un territorio a due passi da casa: parliamo dei vini di Cirò e dell’azienda più longeva della nostra tradizione vitivinicola. Così, nell’aria, risuonavano le note di bianchi, rossi e rosé insieme alla musica di Moses Concas che ha aperto le danze sul palco allestito in mezzo alla folla. Sardo e vincitore dell’edizione 2016 di Italia’s Got Talent, ha incantato la platea con la sua arte: armonica a bocca e beatbox. Poi, come in una staffetta di suoni, ha ceduto il testimone a Santino Cardamone, il cantautore folk blues, trascinatore di folle che ha fatto ballare e cantare centinaia di persone insieme alla sua band. Intanto, nelle stanze e giù nelle segrete del castello, streghe, personaggi gotici e specchi magici, la mostra di Mario Vetere, il gioco del Sacro Graal, le barchette sull’acqua, come ninfee di Monet, a cui affidare un desiderio.

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Foto di Meraviglie di Calabria vietata la riproduzione

Golden Moon, arte di strada

E poi c’era lei, Thekla De Marco, la Fata Luna, un quadro fotografico più che una statua vivente: saresti rimasto ore a guardarla ferma, dorata e bellissima: sorrideva quando ti avvicinavi o lanciava un bacio prima di ritornare immobile, seduta sul suo spicchio di luna. Un grande carrozzone insomma, per dirla con Renato Zero, che ha rappresentato il circo della vita in un “tendone” inedito. Fare cultura, in fondo, non è altro che questo: portare l’arte, anzi, il dialogo tra le arti, in quei luoghi dove altrimenti non arriverebbe e accendere i riflettori sui gioielli del nostro patrimonio storico e architettonico con le candele. Il festival è stato un sogno: il sogno di una notte di (quasi) fine estate ad occhi aperti e luci spente.

di Rachele Grandinetti

info@meravigliedicalabria.it

Foto di copertina del Castello di Corigliano Calabro

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