Il fascino senza tempo del Castello federiciano dei templari
A picco sul mare di Roseto Capo Spulico, il Castello “Petrae Roseti” è un maniero fortificato a difesa della costa dell’Ionio Cosentino, edificato sui ruderi di un monastero dai Normanni. Nel XIII secolo, già Tempio dell’Ordine, fu requisito da Federico II ai Cavalieri Templari, per ritorsione al loro tradimento, durante la VI crociata in Terra Santa.
Restaurato e riadattato a fortilizio militare, Federico II nel proprio testamento – per come riportato nel “Da Monumenta Germaniae Historia” – assegnò il territorio di Porta Roseti al figlio naturale Manfredi mentre tutti i castelli e soprattutto il “templare Petrae Roseti ai figli legittimi i quali saranno anche Re di Gerusalemme”.
Secondo la tradizione, tra il 1204 e il 1253, durante il regno di Federico II, il Castello custodì la Sacra Sindone: il Castello, esempio di architettura federiciana di derivazione templare, ha una forma trapezoidale con tre torri possenti, una merlata e più alta rispetto alle altre;
All’interno dell’ampio cortile, cinto da mura merlate, una cisterna per l’approvvigionamento d’acqua ed i resti delle scuderie; i saloni di rappresentanza e le stanze sono ancora arredate secondo lo stile medioevale.
A distanza di pochi metri dal Castello, lo “scoglio incudine”, un piccolo faraglione che affiora dal mare cristallino di Roseto Capo spulico, insignita della Bandiera blu dalla Fondazione per l’educazione ambientale (Fee).
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