Il campanile della “Cattolica” di Mileto tornerà ai suoi antichi fasti

Sono iniziati i lavori per procedere alla messa in sicurezza del Santuario Maria Santissima della Cattolica di Mileto. Opere necessarie per ridurre la vulnerabilità dell’edificio settecentesco e garantire la tenuta in caso di sisma. I lavori in particolare prevedranno il restauro della torre campanaria eretta in epoca successiva.


Ad annunciare il via libera alle attività il Segretariato regionale del Ministero della Cultura per la Calabria che ha predisposto l’intervento e che riguarda la verifica del rischio sismico, la riduzione delle vulnerabilità e il restauro dell’edificio di elevato pregio architettonico di Mileto. L’intervento ricade nell’ambito del Finanziamento del decreto del 19 febbraio 2018 relativo alla rimodulazione degli interventi finanziati attraverso le risorse stanziate ai sensi dell’art. 1 c. 140 della Legge 11.12.2016 n. 232.
Mileto capitale di Contea

A Mileto, eletta al rango di capitale dei possedimenti calabresi del Conte Ruggero e sede più amata tra le varie capitali di questo itinerante capo di stato, «il Grande Flagello», il terremoto del 5 febbraio del 1783, portò via tante vite umane e buona parte del patrimonio architettonico medievale e moderno della Calabria centrale e meridionale. Le conseguenze del catastrofico terremoto causò modifiche finanche nella orografia del sito. Le due colline dove sorgevano l’Abazia e la Cattedrale, rovinarono completamente, fino a diventare un ammasso di detriti.

La storica città normanna di Mileto fu distrutta, a tal punto, da dover ricostruire l’abitato su un altro sito, a circa 2 km di distanza dall’altura su cui sorgeva il vecchio abitato. Venne individuato un luogo, in piano, in cui si trovava la “Villa del Vescovo” che era libero da preesistenze.
Già un anno dopo il terribile terremoto del 1783, si dette l’avvio alla costruzione della nuova città, ad opera dei cittadini. Il disegno della città fu ideato dagli ingegneri regi Winspeare e La Vega e dall’architetto V. Ferraresi.
La ricostruzione del Santuario

Per esigenze di culto venne costruita una nuova chiesa, il cui inizio risale al 1785 e si deve all’interessamento della influente famiglia Taccone l’erezione ed il finanziamento del manufatto.
Nel 1929 la Confraternita di Maria SS. della Cattolica fece costruire la torre campanaria esterna, oggetto del suddetto progetto, che ha l’obiettivo di procedere al restauro ed al consolidamento del monumento, con la necessità di aumentare la sicurezza strutturale dell’opera, mediante opportuni interventi di mitigazione degli effetti dell’azione sismica, che nella fattispecie rientrano nella categoria del miglioramento. L’intervento di messa in sicurezza, coerentemente con l’intervento di miglioramento, si prefigge la non invasività delle tecniche necessarie non compatibili con le esigenze di conservazione.


L’edificio, di medie dimensioni, si presenta, al suo interno, con tre navate, tripartite da setti di muro, e il soffitto a cassettoni. La sua struttura architettonica, sia in pianta che in alzato, appare nella sua tipologia e nella sua struttura equiparabile ad un’architettura romanica. L’architettura esterna è molto semplice, priva di elementi decorativi. Negli anni 1968-1970, fu eseguito un intervento che determinò la copertura delle facciate con intonaci a cemento, in cui le lesene sormontate dal cornicione venivano messe in evidenzia insieme alle finestre lunettate. Oggi la facciata si presenta con una superficie muraria completamente in pietra a vista, a seguito del restauro eseguito alla fine del XX secolo.
Il progetto


La messa in sicurezza del campanile, inserita nel progetto della Sovrintendenza, prevede per il consolidamento una serie di interventi. In particolare il trattamento per la protezione dei ferri d’armatura, il rinforzo strutturale del calcestruzzo con FRP (Fibrorinforzati a Matrice Polimerica) ed ancora il rinforzo delle pareti in mattoni esistenti ai primi due livelli mediante applicazione di rete preformata in materiale composito fibro-rinforzato GFRP (Glass Fiber Reinforced Polymer).



Mentre per il restauro delle superfici si prevedono diversi interventi. Per gli intonaci, verrà usata calce idraulica naturale, stesso materiale che sarà adoperato per il restauro delle cornici marcapiani e delle decorazioni. Inoltre il progetto prevede l’applicazione finale sulle pareti di due mani di velatura ai silicati per esterni e l’impermeabilizzazione delle superfici orizzontali eseguita con malta bicomponente elastica a base cementizia. L’intervento contempla anche la pavimentazione sul terrazzo e sulla superficie di ingresso ed il restauro del solaio in legno – attraverso la pulitura e l’applicazione dell’antitarlo – ed infine la sostituzione del canale di gronda e converse sul lato collegato all’edificio della chiesa.
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