Identità enologiche, Cosenza è la città del Magliocco

A un vitigno antico come il Magliocco, forse arrivato dall’antica Grecia, si dedicano da anni studi e pagine tecniche. Si è rivelato come una delle migliori cultivar autoctone in Calabria e ha messo radici nelle colline che si estendono intorno a Cosenza e anche più in là.
La città dei Bruzi sta marcando il suo ruolo nel mondo del vino, grazie a un vitigno che rappresenta l’essenza del territorio e la sua vocazione vitivinicola. In particolare, nella frazione di Donnici, ogni anno si tiene la tradizionale Sagra del vino e dell’uva, a testimoniare il legame dell’area cosentina con la viticoltura. È nata anche per questo l’Accademia del Magliocco e dei vitigni autoctoni calabresi, presieduta da Maurizio Rodighiero, che insieme al Comune di Cosenza ha presentato, in un convegno al Castello Svevo, il progetto “Cosenza città del Magliocco”.


All’evento hanno partecipato figure del settore enogastronomico nazionale come Paolo Massobrio, giornalista e fondatore de “Il Golosario”, che ha definito il ‘Magliocco dolce’ come il vitigno propriamente rappresentativo di Cosenza. Per il gastronomo la scoperta del vitigno – fatta grazie a Nicodemo Librandi – risale a non molti anni fa. Oggi, se ne parla in termini di contemporaneità per le elevatissime capacità che tanti produttori impiegano nelle colture e nella vinificazione di vini di successo. Proprio per questo Massobrio – portando esempi di altre realtà europee, ha spiegato quanto sia fondamentale puntare in maniera strutturale sull’enoturismo.
Il Magliocco è un vitigno che si adatta molto bene alle temperature di diverse altitudini ed è in grado di mantenere ed esprimere tutta la ricchezza di una regione dalla biodiversità straordinaria. È identitario della Terre di Cosenza DOC, istituita nel 2011, che comprende la provincia nella sua interezza. All’interno dell’area della denominazione, sono state identificate sette sottozone, caratterizzate dalla produzione di vini particolarmente pregiati tra cui Donnici, Colline del Crati e Pollino; aree che già producevano con denominazioni IGT e DOC a sè stanti, ma poi assimilati nella Terre di Cosenza DOC.

Al convegno ha partecipato anche Gianfranco Manfredi, giornalista enogastronomico calabrese, che ha illustrato le caratteristiche del Magliocco, mentre Silvia Sivini, docente di Sociologia dell’ambiente all’Unical, ha evidenziato l’importanza di una comunicazione più efficace per valorizzare i percorsi enogastronomici. Maria Intrieri, docente di Storia antica all’Unical, ha poi spiegato quanto abbia rappresentato la produzione del vino in Calabria, dalle origini pre-greche fino ai giorni nostri.
Il sindaco Franz Caruso ha infine auspicato che, grazie ai fondi comunitari, venga assegnata una sede stabile all’Accademia del Magliocco, destinata a diventare un laboratorio per la promozione del progetto e delle attività legate al vitigno.
(Da.Ma) info@meravigliedicalabria,it