I sogni attraversano il mare, 94 scatti per ricordare il naufragio di Cutro

Ci sono onde che accarezzano le coste e onde che, a volte, si portano via le vite. Un mattino qualsiasi, all’alba, il mare ha restituito ciò che non ha potuto trattenere. Brandelli di storie, schegge di sogni, piccoli oggetti dispersi che nessuno ha più reclamato. Novantaquattro nomi, novantaquattro voci spente in un soffio. E poi, il silenzio. A distanza di due anni dal naufragio di Steccato di Cutro, quell’acqua serba ancora il segreto di chi ha disperso per sempre, ma è là, a ricordare ai vivi le responsabilità. Il giornalista e direttore de Il Crotonese, Giuseppe Pipita, amplifica e rilancia quello strazio nella sua mostra fotografica “I sogni attraversano il mare” inaugurata nella Sala Marra del Comune di San Giovanni in Fiore.




Attraverso 94 immagini, tante quante le vittime del naufragio, la mostra ripercorre i momenti immediatamente successivi alla tragedia e gli sviluppi che ne sono seguiti. Le fotografie documentano il dolore, le proteste, le iniziative solidali e le richieste di giustizia che hanno coinvolto le comunità locali e le istituzioni. Ogni scatto è accompagnato da citazioni tratte da testimonianze dirette, articoli pubblicati nei giorni successivi al naufragio e brani di scrittori, poeti e cantautori che danno un ulteriore drammatico livello di lettura.

L’incontro inaugurale della mostra, patrocinata dal Comune e organizzata in collaborazione con il Liceo Scientifico cittadino, è stato aperto dalla dirigente scolastica Angela Audia, da Don Claudio Albanito, rettore dell’Abbazia florense, e dal docente di Lettere Giovanni Iaquinta che ha moderato l’incontro e facilitato il dialogo tra i relatori e il pubblico presente, in gran parte studenti.


La sindaca Rosaria Succurro ha parlato di accoglienza e integrazione, sottolineando come la mostra “sia un invito a non dimenticare, a ricordare le vite spezzate e i sogni infranti di chi cerca un futuro migliore”. Ha evidenziato il merito dell’iniziativa come occasione di consapevolezza, in particolare per i giovani, affinché “i valori di umanità, solidarietà e rispetto per la vita guidino le nostre azioni quotidiane”.


Giuseppe Pipita, primo giornalista a giungere sulla spiaggia del naufragio, ha spiegato il senso del suo progetto, facendo riferimento alle politiche che bloccano le persone che scappano dalla persecuzione, dai regimi totalitari e dai regimi fondamentalisti, e sull’inutilità delle barriere che portano le persone a morire. Persone, appunto, e non numeri, non un carico residuale, né irresponsabili.
La mostra rimarrà aperta fino al 15 marzo, con accesso dal lunedì al sabato dalle 9 alle 18.
(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it