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I prati di Kore, il museo di Vibo s’interroga sul ruolo delle donne nella storia

I prati di Kore, il museo di Vibo s’interroga sul ruolo delle donne nella storia

Una mostra con numerose opere inedite, una conferenza sul tema della “restanza” con protagonisti del mondo accademico e della magistratura ed un Workshop per far incontrare il mondo della letteratura e della musica con le scuole del territorio. Sono gli ingredienti che tengono assieme il progetto “I Prati di Kore”.
Una due giorni entusiasmanti, che inizierà il 28 febbraio, alle 11, al Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia quando verrà inaugurata – negli ambienti della torre nord del castello – la mostra “I prati di Kore”. Storie di antiche donne “vibonesi”, curata dal direttore del Museo Maurizio Cannatà e dal Funzionario Archeologo della Soprintendenza Michele Mazza.
La Mostra, che durerà un anno, racconterà proprio le storie di celebri figure femminili legate al passato dell’antica Hipponion, città della Magna Grecia fondata dai Locresi agli inizi del VI secolo a.C., poi divenuta Vibo Valentia in età romana.
L’appuntamento verrà introdotto e coordinato da Maurizio Cannatà, Direttore del Museo archeologico nazionale di Vibo Valentia. Previsti gli interventi di Maria Limardo, Sindaco di Vibo Valentia; Paolo Giovanni Grieco, Prefetto della Provincia di Vibo Valentia, Rosario Varì, Assessore allo Sviluppo Economico e Attrattori Culturali della Regione Calabria, Cristiano Tatarelli, Questore della Provincia di Vibo Valentia, Luca Toti, Comandante Provinciale Carabinieri Vibo Valentia, Fabrizio Sudano, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Michele Mazza, Funzionario Archeologo Soprintendenza Reggio Calabria-Vibo Valentia, Fortunato Cozzupoli, Presidente Polo Innovazione Cultura Turismo “Cassiodoro”, Antonio Alvaro, Presidente del Flag dello Stretto, Giuseppe Bartucca, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Vibo Valentia, Silvestro Grillo, Ente Nazionale Sordi Vibo Valentia. A concludere i lavori sarà Filippo Demma, Direttore Regionale Musei Calabria.

Seguirà nel pomeriggio con inizio alle 16, sempre al Museo nazionale di Vibo, la conferenza con illustri ospiti del mondo accademico e della Magistratura, simboli della scelta di “restare” nella propria terra e soprattutto del farlo con il coraggio che può essere proprio solamente di una Donna. Inizierà il professor Vito Teti, già ordinario di antropologio dell’Unical con il suo volume “Pietre di pane. Un’antropologia del restare”. Un romanzo antropologico ambientato tra la Calabria e il Canada con al centro il tema della “restanza”. Seguirà, poi alle 17 Annamaria Frustaci, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, che nel suo romanzo “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia” racconta la storia di voglia di riscatto e di legalità che anima Lara, il personaggio centrale del suo lavoro. Due momenti che serviranno a riflettere sul ruolo delle donne nella storia socio-culturale non solo della Calabria.

Il progetto

Complessivamente il progetto, lanciato dalla direzione museale vibonese, si incentra sull’universo femminile antico in chiave contemporanea. Questo perché, spiegano gli ispiratori del progetto, «se la società greca antica fu profondamente patriarcale e maschilista, è altrettanto vero che per i Greci furono le Donne, e non gli Uomini, a rappresentare al meglio, con il loro essere, l’intera Umanità». «Fu l’universo femminile – aggiungono i responsabili del Museo archeologico di Vibo – e non quello maschile, a dominare il mito greco, ovvero quel sistema narrativo creato dai Greci (e insuperato da ogni altra cultura), volto a spiegare l’origine e il significato più profondo dei fenomeni universali».

Il museo archeologico di Vibo


«Tanti – scrivono – sono i personaggi femminili indimenticabili della letteratura greca, che hanno dato volto alle mille sfaccettature del pensiero e dell’agire umano. Antigone ad esempio, che vive ancora oggi in centinaia di testi di tutte le lingue, a esprimere il primato della legge morale su quella dello Stato, corrotta da periodi di oscurantismo e negazione dei diritti universali».
«Altrettanto numerose – sottolineano – le divinità femminili, come Persefone e Artemide, senza le quali non sapremmo oggi cosa siano l’amore, il dolore, la purezza, il sacrificio, la colpa e tanti altri sentimenti umani».

info@meravigliedicalabria.it

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