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I Misteri a Cassano, tra fede e tradizione

I Misteri a Cassano, tra fede e tradizione

Si percepisce tutta la partecipazione di una comunità ad un rito antico in cui dolore, pentimento ed espiazione ne rappresentano un unicum. Una riproposizione plastica della passione e morte di Gesù. Del dolore della madre e degli ultimi momenti di vita del Cristo poi crocifisso. A Cassano allo Ionio anche quest’anno come ogni Venerdì Santo, la Processione dei Misteri racchiude tutti questi sentimenti. Una processione che mobilita di fatto per un’intera giornata la cittadina del Cosentino visto che i vari momenti iniziano alle 9 del mattino per terminare alle 19. E che sommati al rito della “Chiamata della Madonna” che si svolge la sera precedente dimostrano quanta devozione è diffusa a Cassano.  

La processione è sia una sacra rappresentazione che un rito penitenziale, dicevamo, che concretizza e presenta atti e comportamenti radicati nella cultura mediterranea, nella tradizione medioevale e nella predicazione post-tridentina dei missionari inviati a rievangelizzare le plebi rurali del Sud.


I riti purificatori, penitenziali e l’azione teatrale (enfatizzata dall’influenza della dominazione spagnola) concorrono a dare fisionomia e sostanza alla processione. Questa coinvolge tutta la comunità, ma vede i “Flagellanti”, le donne che eseguono i “Canti di Passione”, i portatori delle “Varette” (i gruppi dei Misteri della Passione e Morte di Gesù), e i fedeli in corteo per tutto il tempo della durata del percorso.

Le “Varette” sono una parte fondamentale della Processione dei Misteri a Cassano allo Ionio. Queste sono statue di cartapesta che rappresentano vari momenti della Passione e Morte di Cristo.
In particolare che rappresentano il mistero di Cristo legato alla colonna, coronato di spine, che prega nell’orto, deposto dalla croce, morto nella bara, asciugato dalla Veronica, Pilato, Giuda, la Maddalena.
Queste statue sono portate dai fedeli lungo il percorso della processione, contribuendo a creare una rappresentazione visiva e commovente della storia della Passione di Cristo.

Come si svolge

La processione si snoda lungo un percorso tortuoso per le strade dell’antico centro storico. Parte dal sagrato del Duomo, preceduto e annunciato dai suonatori di “tròccola”, “bùccina” e “tamburi”. Il corteo si muove lentamente: prima le diciotto “Varette”, poi le varie associazioni, i fedeli che, per voto, portano la medaglia distintiva della Confraternita del Crocifisso, le “Addoloratine” (bambine che vestono la divisa dell’Addolorata) e i “Flagellanti”.

Subito dopo è il Cristo Morto portato da quattro “Flagellanti”, dietro il quale si pone il Vescovo, alle cui spalle avanza solenne, incoronata da una corona d’oro, la seicentesca statua dell’Addolorata attorniata da gruppi di donne che intonano i “Canti di Passione” e seguita da una gran folla. Un canto identitario – “Ohi Jesu” – cantato dalle donne che proprio in quel grido di lamento esprimono tutto il dolore ed il pentimento per il sacrificio di Gesù. Un urlo antico che sa di tradizione e di comunità e che per questo riesce a coinvolgere nel profondo.

info@meravigliedicalabria.it

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