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Giornata biodiversità. In Calabria più di 100 ecotipi di legumi

Giornata biodiversità. In Calabria più di 100 ecotipi di legumi

Oggi si celebra la giornata mondiale della biodiversità, proclamata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per sensibilizzare sulla grave perdita di biodiversità nel nostro pianeta. Una tematica che avevamo già trattato e che in Calabria riguarda tanto gli habitat marini quanto flora e fauna terrestre, in una regione ricca di biodiversità naturale e agricola, con tre Parchi Nazionali (Pollino, Sila e Aspromonte) e altre aree regionali protette. La coltura dei legumi calabresi è preziosa oltre che per tutelare la straordinaria biodiversità regionale, anche per prevenire forme diffuse di abbandono, degrado e incendi dei territori.

La biodiversità dei legumi calabresi

Una tra le forme di questa ricca e variegata biodiversità regionale è rappresentata dai più di cento ecotipi di legumi calabresi – individuati dall’ARSAC e da altri importanti istituti di ricerca – che con il loro elevato contenuto proteico, sono da sempre alla base dell’alimentazione umana e della dieta mediterranea. Come ricorda Luigi Gallo dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo Agricolo della Calabria (ARSAC): “I legumi giocano un ruolo cruciale all’interno della rotazione delle colture, fungendo da concimazione naturale, gratuita e a impatto ambientale nullo e contribuiscono alla prevenzione idrogeologica grazie alle profonde radici che penetrano in profondità nel terreno“. Insomma, i legumi “Provano a lasciare questo mondo un po’ meglio di come l’hanno trovato” per usare le parole di Baden-Powell, cioè costituiscono uno straordinario e meraviglioso esempio di ecologia integrale in quanto, a fine ciclo lasciano le condizioni pedologiche e ambientali migliori rispetto alla loro coltura.

Prosegue Gallo dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese evidenziando come “I cento ecotipi di legumi calabresi risultino perfettamente inseriti nelle condizioni pedo-ambientali delle rispettive aree di origine e costituiscano un’unica opportunità per sviluppare le potenzialità agronomiche e commerciali regionali”. Molte tra queste preziose varietà di legumi legano il proprio nome ai territori di coltura – come il Fagiolo Poverello Bianco del Pollino, i Fagioli Merulla dell’Altopiano Silano, il Monachella dell’alto Lametino o ancora, quello di Cortale che accorpa diversi comuni del catanzarese – e costituiscono un’eccellenza gastronomica calabrese molto ricercata e apprezzata dai consumatori.

Biodiversità, ma anche opportunità d’impresa e turismo gastronomico

I legumi calabresi, in generale, hanno un ciclo colturale primaverile-estivo; si seminano in primavera e si raccolgono entro la fine dell’estate anche se in alcuni casi la raccolta si posticipa fino all’autunno. Uno tra i vantaggi economici di queste produzioni è quello di non richiedere grandi investimenti e presentare un rischio d’impresa molto ridotto; inoltre come ricorda Luigi Gallo “Questi eccellenti ecotipi di legumi, oltre a contribuire all’ulteriore affermazione di un’agricoltura a basso impatto ambientale e alla salvaguardia della biodiversità, rappresentano un’altra opportunità di reddito anche per le giovani generazioni”, in aggiunta, le tecniche di coltivazione e di gestione del prodotto sono semplici e facilmente acquisibili anche con brevi corsi di formazione e il periodo lavorativo è concentrato in circa cinque mesi all’anno.

Inoltre, le indagini svolte dall’ARSAC e da Luigi Gallo hanno evidenziato come “La coltivazione dei legumi di Calabria sia perfettamente inserita in aree ricche di peculiarità naturalistiche, paesaggistiche e archeologiche, dove il turismo gastronomico e di prossimità è facilmente coniugabile con altre forme di accoglienza legate alle bellezze naturali, allo sport e alla cultura”.

info@meravigliedicalabria.it

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