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Zungri, il paese degli “sbariati” e dei portoni dipinti [FOTO]

Zungri, il paese degli “sbariati” e dei portoni dipinti [FOTO]

È un piccolo borgo adagiato sulle colline vibonesi, un luogo dove la creatività artistica si fonde con la storia e la cultura locale, creando un’esperienza indimenticabile per i visitatori. Dici Zungri e la prima cosa che salta alla mente sono le grotte: il paesino, infatti, vanta una storia millenaria e un patrimonio archeologico di inestimabile valore che gli è valso anche l’appellativo di “città di pietra”. Se non lo sapevi, questo territorio conserva tracce di insediamenti umani che risalgono all’età preistorica, come testimoniano i numerosi siti rupestri disseminati nella zona. Le grotte, dunque, rappresentano le più importanti attrattive di Zungri: si tratta di un complesso rupestre di straordinaria bellezza e fascino, un insediamento scavato nella roccia calcarea risalente al periodo bizantino, tra il IX ed il XIV secolo. Le grotte, composte da circa 100 unità abitative, botteghe, frantoi e luoghi di culto, offrono uno spaccato suggestivo della vita quotidiana delle popolazioni che qui vissero in passato.

Ma cosa c’entrano i portoni dipinti? È chi sono gli sbariati? L’origine del soprannome “paese degli sbariati” si perde nel tempo e nella leggenda. Si narra che durante l’assedio del paese da parte di un esercito nemico, gli abitanti di Zungri escogitarono un ingegnoso stratagemma per ingannare gli assalitori. Finsero di essere pazzi, compiendo azioni folli e caotiche, spaventando così i nemici che, credendoli realmente folli, abbandonarono l’assedio. Da quel giorno, Zungri fu soprannominata “paese degli sbariati”, un nomignolo che nel tempo ha assunto una connotazione scherzosa e affettuosa, diventando parte integrante dell’identità del borgo.

Il secondo soprannome di Zungri, “paese dei portoni dipinti“, ha origini più recenti. Negli anni ’50, un gruppo di artisti locali, guidati dal maestro Domenico Natoli, iniziò a decorare i portoni delle case del borgo con murales raffiguranti scene di vita quotidiana, paesaggi rurali, motivi floreali e personaggi della tradizione calabrese. Questa iniziativa fu accolta con entusiasmo dagli abitanti che presto si unirono al progetto, trasformando Zungri in un vero e proprio museo a cielo aperto. Ogni portone racconta una storia diversa, rendendo il borgo un luogo unico e suggestivo da esplorare.
(Foto copertina @loredana_di_santo – foto portoni dipinti Mystica Calabria)

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