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Settimana della cucina italiana nel mondo: come abbinare i vini calabresi ai piatti più iconici

Settimana della cucina italiana nel mondo: come abbinare i vini calabresi ai piatti più iconici

Il mondo è bello perché è vario ma, in alcune cose, siamo proprio uguali. Un esempio? Sei appena tornato da un viaggio all’estero. Cose che dirai alla fine del racconto, in ordine sparso: “però noi almeno abbiamo il bidet”, “com’è bello il letto di casa mia”, “e comunque come si mangia in Italia, non si mangia da nessun’altra parte del mondo”. Seguirà l’ammissione di colpa: “appena rientrato, mi sono fatto un piatto di pasta e un caffè”. La cucina – e il Made in Italy in generale – è innegabilmente un orgoglio, perciò, anche quest’anno, è stata messa in calendario dal 13 al 19 novembre la “Settimana della cucina italiana nel mondo”. La 2023 è l’ottava edizione e gira intorno al leitmotiv “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto”. Di cosa si tratta? Sotto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, nelle ambasciate, nei consolati, negli Istituti Italiani di Cultura e negli uffici dell’Istituto Commercio Estero, si celebrano la cucina italiana candidata all’Unesco e le eccellenze enogastronomiche con oltre mille eventi in programma. Insomma, racconti e tavole imbandite ovunque per fare la felicità dei palati, in tutte le lingue del mondo e di tutti gli italiani emigrati. Sono circa 7 milioni i nostri connazionali all’estero, se poi consideriamo quanti hanno nel DNA una componente di italianità già sappiamo che, a prescindere da questi eventi istituzionali, abbiamo sparso un esercito di ambasciatori del gusto (ed è bello immaginarli alla Checco Zalone che smonta a martellate l’insegna di un ristorante “italiano” in cui lo chef cala la pasta in acqua fredda e la lascia cuocere mezz’ora!). Anche noi, allora, vogliamo rendere omaggio ai piatti più famosi e portarli in tavola per celebrare il matrimonio perfetto: l’abbinamento cibo-vino. Quali vini calabresi bere con le icone tricolore? Se pensiamo al cibo italiano e, quindi, alle eccellenze regionali, avremmo una lunga lista da scrivere, ma ci sono alcuni piatti, in particolare, conosciuti davvero ovunque, dall’Isola di Sant’Elena fino all’Annapurna. La Top Five è: pizza, carbonara, lasagna, pesto e tiramisù.

La pizza

Cinque lettere, amore infinito. Alzi la mano chi alla parola “pizza” non risponde con “birretta”. E se invece tornassimo al vino? Dico “tornare” perché la birra abbinata alla felicità a spicchi è un fatto recente, storicamente c’è sempre stato il vino. È da meno di un secolo, infatti, che bionde e rosse si sono messe a tavola con noi come bene più accessibile. Pizza e vino, quindi, è un grande ritorno diventato trend tra i gourmet. Non esiste “il” vino perfetto da abbinare alla pizza perché tanta differenza poi la fa la complessità del piatto e, dunque, gli ingredienti che si scelgono come condimento. Ma se consideriamo una sempiterna margherita con bufala, la risposta in questo caso è una bollicina perché l’acidità e la pungenza sono il perfetto equilibrio per la tendenza dolce dell’impasto e la grassezza della mozzarella. In Calabria produciamo dei Metodo Classico da vitigni autoctoni meravigliosi, lo sapevi? La prossima volta che fai o ordini la pizza a casa, allora, metti in fresco uno spumante rosato da Gaglioppo, ad esempio, e poi mi dirai.

Carbonara lovers

In questo caso si tratta di bilanciare grassezza, untuosità e tendenza dolce, serve perciò un sorso in grado di “pulire” il palato. Rosé is the answer. Rosato sì ma strutturato, da Magliocco, magari. Se invece non riesci che ad immaginare un rosso accanto ad un piatto così di “terra”, che sia scarico, giovane e poco tannico. Un Gaglioppo del Cirò dell’annata corrente che proviene dall’acciaio accontenterà chi proprio non vuole rinunciare al rosso.

Pasta al pesto

Senti anche tu questo profumo di basilico? L’abbinamento classico è certamente quello territoriale. Perciò per il piatto Made in Liguria non si può non pensare ad un Vermentino. Ma in questo viaggio in Calabria, il compagno ideale della pianta aromatica è un bianco dalle note erbacee, fresco e sapido, ovvero un Pecorello della Valle del Savuto.

Lasagna, succulenza à gogò

La felicità è fatta di strati di sfoglia ripieni di bolognese e besciamella. Della lasagna esistono diverse varianti, in realtà. Se chiedi ad una mamma calabrese gli ingredienti ti darà una lista della spesa decisamente più lunga di una mamma romagnola. Perché “giù da noi”, spesso, si finisce per renderla più locale con l’aggiunta di caciocavallo filante e salsiccia, tanto per dirne qualcuna. A prescindere dalla personalizzazione, si tratta comunque di un piatto complesso e succulento. In questo caso abbiamo decisamente bisogno di un rosso. Il Magliocco delle Terre di Cosenza risponde perfettamente perché dà vini strutturati, intensi, abbastanza tannici: ha tutti i numeri per poter sostenere cotanto ben di Dio, insomma!

Tiramisù, il finale perfetto

Pavesini o savoiardi, panna sì o panna no, gocce di cioccolato o crema al mascarpone liscia? Anche in questo caso ognuno in casa ha una ricetta del cuore di un dolce “nomen omen”: una cucchiaiata e il mondo torna a sorriderti. Come abbinare l’aroma del caffè e pulire la bocca dalla grassezza del mascarpone? Con un calice di Passito di Saracena, intenso nei profumi e lunghissimo al palato. Si tratta di un vero gioiello calabrese, prodotto solo in questo paese in provincia di Cosenza con un procedimento antichissimo. Perciò, se arrivato al dessert credevi non potesse andare meglio, sbagliavi. E se un pasto senza vino è un giorno senza sole, allora siamo davvero nel posto giusto. Perché il vino, da noi, splende pure d’inverno.

Rachele Grandinetti

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