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La “Chiamata della Madonna”, il dolore di Maria a Cassano diviene pietà collettiva

La “Chiamata della Madonna”, il dolore di Maria a Cassano diviene pietà collettiva

di Roberto De Santo

Il dolore di una donna che diviene pietà collettiva. Mai come a Cassano allo Ionio la morte di Gesù viene rappresentata sotto il profilo umano, prima che divino.  Un volto racchiude tutta quella rappresentazione: il viso di Maria.
Qui prima che personificare la Vergine Santa, è presente nel suo ruolo di madre e, sotto questo profilo, il suo dolore per la perdita del figlio arriva come messaggio diretto nel cuore di ognuno. Un dolore antico, profondo, umano.

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In questo, il rito della “Chiamata” – che anche quest’anno come da secoli si celebra la sera del giovedì santo nella cattedrale di “Santa Maria del Lauro” – racchiude quei sentimenti che si possono provare quando, innaturalmente, un genitore perde il proprio figlio e che perciò diviene dolore collettivo.
Cassano in quella cerimonia ritrova in pieno il suo senso di comunità. E se vogliamo di identità più reale. Sentimenti che si ritrovano nella partecipazione massiccia alla liturgia della Missa in Coena Domini (l’ultima cena del Signore) che culmina proprio con quel rito antico.

Il rito

«Vieni, vieni Vergine Santissima, siamo qui, siamo qui a donarti il Crocifisso». Con queste parole, al termine della “Predica di Passione”, il sacerdote chiama a se la statua della Madonna che viene portata in spalle fino al pulpito.

Così preceduta da “flagellanti” che si percuotono incessantemente e dai suonatori di “troccola”, “bùccína” e “tamburi”, quella statua veneratissima di Maria fa il suo ingresso in chiesa. Ad assistere a questa rappresentazione ogni anno accorrono numerosissimi fedeli che assistono all’arrivo della Madonna accanto al pulpito. Ed è qui che il predicatore – di volta in volta diverso – si rivolge all’Addolorata con parole dirette ed una supplica, prima di depositare sulle braccia della statua un Crocifisso.

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Un momento vissuto intensamente in un silenzio surreale rotto dallo squillo di una bùccina che da’ il via ad un corteo interno alla Cattedrale. E poi una delle fasi più intense di partecipazione a quel dolore di madre espressa da un coro di donne. È il canto “Ohi Jesu”, la litania identitaria dei cassanesi che proseguirà fino a notte tarda per le vie della cittadina. In attesa che si apra al mattino l’altro rito molto caro a queste latitudini: la processione dei Misteri.

info@meravigliedicalabria.it

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