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A S. Benedetto Ullano, le porte narrano di gesta e fieri guerrieri albanesi

A S. Benedetto Ullano, le porte narrano di gesta e fieri guerrieri albanesi

Entrate nel nostro borgo, nella nostra cultura e nell’arte. Le nostre porte sussurrano di storie di gente, di vita, di partenze e ritorni. Narrano di gesta e tesori bizantini, di contesse e fieri guerrieri albanesi. Raccontano di noi, dei nostri luoghi e del nostro popolo.

Quella della comunità di San Benedetto Ullano (Shën Benedhiti in arbëreshë), piccolo comune nel cosentino, è una delle tante storie albanesi di Calabria che orgogliosamente conserva le proprie tradizioni, la sua lingua e la religione ortodossa, cioè la propria identità più profonda, arricchendo così la cultura di questa magnifica regione. Contro lo spopolamento, che riguarda molti dei borghi e delle aree interne del Bel Paese, contro la perdita della memoria, cioè delle proprie radici, per promuovere il territorio e farlo vedere e vivere in maniera partecipata e viva, è nato il progetto del museo diffuso “Le Porte Narranti” di San Benedetto Ullano. L’intento è quello di tutelare e promuovere attraverso l’arte il proprio patrimonio identitario, salvaguardare il centro storico e contribuire allo sviluppo turistico di questo peculiare borgo attraverso un ambizioso progetto di marketing territoriale.

Il “Museo diffuso” è una modalità di pensiero fuori dagli schemi, che non rinchiude l’esposizione dell’arte e della cultura locale nelle mura di un singolo edificio, ma al contrario è ubicato all’aperto, nella frazione Marri di San Benedetto Ullano ed è costituito dagli antichi portoni cittadini dipinti da artisti di rilievo. Ogni porta riproduce, con lo stile e la pittura di ciascun pittore, un episodio, una biografia o una leggenda tramandata dalla gente di questo borgo, che racconta la storia arbereshe e la cultura locale, spiegata da un pannello antistante che dettaglia il dipinto e l’episodio raffigurato. Il Museo diffuso crea così uno stretto e partecipato legame tra il territorio e il patrimonio in esso conservato, che interagisce di continuo con gli abitanti, la lingua e l’atmosfera del borgo, diventando un “libro vivente” di storia e voci che narra un glorioso passato capace di tracciare la rotta presente e futura della comunità arbereshe di Calabria.

Le quindici porte narranti ritraggono scene fondati per la storia locale come l’attribuzione del toponimo cittadino derivante dal patrono gentilizio di epoca romana, le tracce delle fortificazioni lasciate dai Normanni sul territorio o le gesta di Giorgio Castriota, l’eroico difensore dell’indipendenza albanese contro l’invasione ottomana. Insomma, un itinerario alla scoperta del mondo arbëreshë tutto da scoprire.

info@meravigliedicalabria.it

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