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A Belcastro, nella Città di San Tommaso D’Aquino

A Belcastro, nella Città di San Tommaso D’Aquino

A metà strada tra Catanzaro e Crotone, tra il mare e la montagna, tra passato e futuro, alle spalle della Sila piccola e davanti la costa jonica, Belcastro presenta i tratti tipici di un borgo medievale. Il suo centro si mostra compatto, con la case addossate le une alle altre, alternando alle zone di nuova costruzione, altre più antiche e caratteristiche nelle quali, tra i mille vicoletti e camminamenti del borgo, le macchine non possono addentrarsi con il loro rumore, custodendo così un’atmosfera silenziosa e unica tutta da scoprire, lentamente a piedi, un passo alla volta.

Proprio per la sua centrale posizione geografica, Belcastro è una località turistica strategica da visitare per raggiungere anche altre mete marine presenti nel crotonese, come Le Castella e Isola Capo Rizzuto e nel catanzarese come Catanzaro Lido, Squillace e Soverato, ma anche montane, nel cuore della Sila piccola, dalla Città d’arte legata a Mattia Preti, Taverna, alle escursioni nel bosco della Sila adatte agli appassionati della montagna e del trekking.

Quale pianta più caratteristica dell’ulivo potrebbe rappresentare un tratto stanziale e mediterraneo di questa comunità? A Belcastro, infatti, gli uliveti circostanti sono rinomati per la produzione di un olio EVO di assoluta qualità, che costituisce una delle ragioni di richiamo turistico per gli appassionati dell’oleoturismo e per i curiosi, insomma, un motivo in più per visitare questo affascinante Comune nel quale il tempo sembra essersi fermato.

Il borgo è inoltre una città di fede che lega il suo nome, secondo la tradizione, a San Tommaso D’Aquino e presenta le tracce della sua devozione religiosa in ogni dove, nella presenza delle numerose chiese che abbelliscono l’abitato locale come quella della Santissima Annunziata, al cui interno è custodito un altare unico in Calabria, che segna il passaggio dall’architettura religiosa a quella civile e la Chiesa di San Rocco, eretta dai feudatari locali come cappella di culto familiare.

Il castello dei Conti D’Aquino, l’affascinante luogo natio di San Tommaso

Sopravvissuta al tempo, la Torre del castello si staglia sulla sommità del borgo e domina Belcastro, un tempo feudo medioevale e vescovile. La Torre “Mastra”, eretta a difesa dell’autonomia vescovile, era cinta da possenti mura e all’interno trovavano spazio, la residenza del vescovo e la cattedrale. Ma il Castello, passaggio obbligato tra le contee di Catanzaro e di Crotone, sulla minaccia turca, venne fortificato dagli aragonesi con un ulteriore perimetro difensivo.

«L’età dei castelli. Simbolo del potere signorile, e segnale dell’avvento di una nuova organizzazione urbana che si concretizza, prevalentemente, attraverso l’arroccamento nelle aeree dell’interno agli inizi del sec. X, il castellum costituisce la forma d’insediamento che caratterizza i nuovi centri abitati del Crotonese». Risalta dunque, come il castello non costituisca mai un complemento alle difese della città, ma una presenza che, in maniera più o meno marcata, gli si dimostra sempre contrapposta. Accanto a questa loro nuova funzione urbana, comunque, i castelli continueranno a svolgere il compito che già assolvevano durante l’età romana, vigilando sui principali punti d’attraversamento del territorio e mantenendo la loro caratteristica struttura. Si trattava di torri a base quadrata impostate su tre livelli: al piano terra c’era un ambiente inaccessibile dalle’esterno, destinato ad ospitare cisterna e magazzini e da qui era possibile accedere nella parte abitabile della torre, posta nella parte superiore dove era possibile raggiungere la corte e quindi gli ambienti di servizio: cappella, abitazioni ed i ricoveri per gli animali. Il complesso era difeso da una palizzata e da un fosso».

Successivamente il maniero diventa residenza dei feudatari del luogo, dei Conti d’Aquino, genitori di San Tommaso che – secondo la tradizione nasce tra le stesse mura che oggi ospitano la Cappella.

«San Tommaso d’Aquino, è la teologia e diventò santità. Domenicano, Dottore della Chiesa, di origini nobili, si forma nel monastero di Montecassino e diviene maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli. Nella “Summa” diede sistematicamente un fondamento scientifico, filosofico e teologico alla dottrina cristiana. Quando papa Giovanni XXII nel 1323 lo canonizzò a chi gli obiettava che non aveva fatto miracoli rispose: «quante preposizioni teologiche scrisse, tanti miracoli fece».

info@meravigliedicalabria.it

Foto di copertina di Discovering PreSila

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