Elio Orsara, il calabrese che ha conquistato il Sol Levante

Dalla Riviera dei Cedri al frenetico ma ordinato caos di Shinjuku, uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo in Giappone. Cosa ci fa un apprezzato ristoratore calabrese nel Paese del Sol Levante? Elio Orsara, pioniere della cucina italiana autentica e di qualità a Tokyo – insignito del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana – il 12 febbraio 2020 durante una cerimonia ufficiale di consegna presso l’ambasciata d’Italia in Giappone – è originario di Cetraro. Da 30 anni vive e lavora lontano dal suo mare ed è considerato uno dei più rinomati e apprezzati ristoratori di tutto il Sol Levante. Nonostante la distanza, non ha mai dimenticato le sue origini: un legame forte, viscerale, indissolubile con la propria terra che rivive nei suoi piatti e nel menù dove abbondano i prodotti tipici calabresi. Nella Locanda Italiana di Kojimachi si possono gustare cibi rari per il lontano oriente come i fichi, il bergamotto e la ‘nduja e addirittura trovare il mosto cotto di fico (miele di fichi).

«Sono partito da ragazzino – racconta Orsara– alla ricerca di quel sogno americano che negli anni ‘80 portavano con sé gli stranieri in vacanza nel mio paese, Cetraro, che d’estate sembrava Shibuya e d’inverno il Sahara con solo tre case e un forno». A 16 anni la summer school in Inghilterra, pagata con i soldi guadagnati durante l’inverno. Poi un anno a Milano. «Dove ho capito che è meglio fare l’italiano all’estero che il terrone in Lombardia», scherza Elio Orsara che racconta del difficile e tortuoso percorso intrapreso per ottenere il visto per raggiungere l’America e ancora della solitudine, della scelta di vivere in Spagna e aprire lì «per amore» il primo ristorante. Aveva 20 anni, poca esperienza e troppi sogni da realizzare. Un anno dopo, Elio chiude la saracinesca del suo locale ed ottiene il visto per gli Usa. Negli occhi la bandiera a stelle e strisce, ma la realtà sbatte in faccia allo chef tutte le ombre dell’American Dream e presto fa ritorno in Italia, per andare incontro al suo destino. A Como, in un golf club nel quale aveva trovato lavoro, incontra un imprenditore giapponese, che lo invita in Sol Levante. E’ la svolta, Elio parte e non torna più.



«Il Giappone mi ha dato tanto, insegnandomi anche l’arte della calma. Almeno quando non ribolle il sangue calabrese», sorride. L’imprenditore cetrarese ha costruito un ponte fra Tokyo e il Sud Italia non solo grazie al ristorante, ma anche assumendo oltre cento dipendenti di entrambe le nazionalità, creando una società di catering che vanta collaborazioni con i più importanti marchi del mondo e aprendo una fattoria-bio in Hokkaido nella quale si producono mozzarelle, burrate, formaggi e «salumi all’italiana». «Adesso -continua – vorrei portare in Calabria i contadini giapponesi alla scoperta delle verdure tipiche della macchia mediterranea e organizzare anche dei corsi di cucina per far assaporare i cibi autentici».

Un vulcano di energia, dietro il suo sorriso nasconde anni di sacrifici e investimenti necessari per garantirsi un business di successo. Riconosciuto anche in Italia. «Sono stato onorato di ricevere il titolo di Commendatore – conclude Elio – forse non sarà la prova di aver vissuto l’American Dream, ma testimonia il Calabrian Dream in Japan. E questo, fra duro lavoro, successi e sacrifici, è un sogno tutto mio».
di Fabio Benincasa