È la Giornata nazionale degli alberi, uno sguardo ai monumenti verdi di Calabria
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È Il 21 novembre, in Italia lo sguardo è rivolto alle sculture della natura: oggi si celebra la Giornata nazionale degli alberi, un evento dedicato, e per valorizzare il ruolo fondamentale che boschi e foreste svolgono per il nostro ecosistema. La ricorrenza è divenuta di carattere nazionale in virtù di una legge della Repubblica entrata in vigore dal febbraio del 2013 mentre il Masaf ha recentemente creato e redatto l’Elenco degli alberi monumentali d’Italia, pubblicato sul sito del ministero.
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Il patrimonio arboreo è indiscutibilmente alla base del benessere collettivo e di quello dell’intero territorio e anche la Calabria è definita da un paesaggio arboreo particolarmente prezioso: non a caso, dell’elenco del Masaf, che identifica non pochi esemplari sparsi sul territorio nazionale come autentici monumenti, ne fanno parte anche di calabresi: il Castagno di Melitani a Cerva, il Pioppo Nero di piazza Vittorio Veneto a serra Pedace, il faggio delle Macchie a Pedace, l’Olmo di Piazza regina Margherita a San Lorenzo, l’Eucalitto Rosso di Torrenova a Cirò Marina, e il Gigante buono a Curinga.
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“A sud di Lamezia, nel comune di Curinga, – l’elenco nazionale illustra tra gli altri- “Il gigante buono”, un platano orientale di maestosa bellezza, tra i più antichi e imponenti d’Italia. Si inserisce all’interno di un bosco di pino nero e probabilmente fu piantato dai monaci basiliani, che più di mille anni fa, non lontano, edificarono l’eremo di Sant’Elia, di cui oggi si possono ammirare solo i resti. Fortemente abbarbicato su di una prominenza del terreno, probabilmente formatasi a seguito di erosione del pendio circostante, l’albero presenta valori di circonferenza in assoluto notevoli e costituisce, insieme ad altri esemplari della stessa specie a lui vicini, una formazione assai rara dal punto di vista botanico.
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La caratteristica e articolata cavità del suo tronco, alta circa 3 metri e così ampia da poter ospitare parecchie persone al suo interno. Nel passato è stata interessata dal fuoco e da interventi di slupatura assai approssimativi. La carie da cui ha avuto origine si è estesa dal colletto fino all’interno delle branche principali. Molti i segni del tempo su questo esemplare millenario che, tuttavia, non inficiano troppo negativamente le sue condizioni vegetative, ancora discrete, e che contribuiscono a renderlo affascinante e utile per molti animali: oltre alla cavità, si osservano danni da xilofagi, fori da picchio, evidenti fuoriuscite di linfa, iperplasie sui rami e sul fusto, radici scalzate e affioranti”. I criteri di monumentalità del Gigante buono sono per l’età e le dimensioni, l’alto valore ecologico e la rarità botanica.
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