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Dop per il “frutto sacro” di Santa Maria del Cedro

Dop per il “frutto sacro” di Santa Maria del Cedro

Elemento unico della tradizione storica, gastronomica e culturale della Calabria, il cedro del Comune di Santa Maria del Cedro (non a caso) ha appena ottenuto il prestigioso marchio DOP, conferito a livello europeo alle specialità le cui caratteristiche si legano strettamente a un determinato ambiente geografico e alle sue tradizioni. Questo autorevole riconoscimento è ancora più importante in quanto premia, oltre ad un prodotto delizioso, anche il racconto del suo unico territorio.

La Calabria è da sempre una regione a forte vocazione agricola e contadina nella quale le piccole-grandi comunità locali hanno creato cucine peculiari usando ingredienti tipici, non solo cucinati in modo diverso, ma spesso chiamati con denominazioni strettamente connesse alla toponomastica cittadina. E’ il caso della “Riviera dei Cedri” nella provincia di Cosenza (che accorpa diversi Comuni tra i quali la Bandiera Blu San Nicola Arcella), capace di offrire un itinerario naturalistico e gastronomico unico che racconta come il suo impiego risalga al tempo dei romani che lo usavano per aromatizzare le pietanze (secondo il De re coquinaria di Marco Apicio), come candito o per insaporire creme o dissetanti bevande e granite nella calda stagione estiva.

Dal profumo insuperabile e con proprietà organolettiche impareggiabili, il cedro calabrese è versatile e adatto ad accompagnare molti piatti a base di carne e pesce.

Il “frutto sacro” per la tradizione ebraica

Fu Jahvé ad indicare a Mosè il frutto dell’albero più bello, frutto che secondo le tradizioni ebraiche divenne fondante della “Festa delle Capanne” (Sukkoth).

Questo delizioso agrume è strettamente legato alla storia e alla cultura ebraica, tanto da ritenere che la sua diffusione nel Mediterraneo sia legata proprio alla diaspora della popolazione in fuga dall’Egitto. Infatti, una delle tre feste sacre per la tradizione ebraica quella del Sukkoth (La Festa delle Capanne per ricordare i giacigli temporanei della fuga dal faraone) è rivolta alla celebrazione del raccolto nei campi e alla gioia del lavoro compiuto. Nella tradizione allegorica contenuta nel Levitico–  il terzo libro della Torah ebraica – il cedro, con la sua forma che ricorderebbe un cuore, dovrebbe indurre i fedeli a confessare i peccati compiuti. Inoltre, questa pianta è ritenuta così preziosa per gli ebrei, da dover essere custodita con attenzione in quanto vicina a Dio per l’altezza e la robustezza delle sue fronde, tanto che “Ogni estate, i rabbini di moltissime comunità israelitiche, da Londra a New York, vengono sulla Riviera per raccogliere il frutto più bello, il Cedro di Santa Maria del Cedro”. (Consorzio del Cedro di Calabria)

Il colore, la forma e la consistenza della scorza sono unici e strettamente legati sia ai fattori climatici tipici della fascia costiera tirrenica della provincia di Cosenza sia al fattore umano”

La qualità superiore delle cedriere della Riviera del Tirreno cosentino è dovuta ad una particolare armonia tra il dono della natura e il lavoro dell’uomo. Alla cura dei cedricoltori, che sapientemente tramandano il know-how e le competenze accumulate in anni di cura e attenzione, ma che prima ancora riescono a trasmetter l’amore per quella che è una coltura particolarmente faticosa, si associano le potenzialità uniche di una terra tanto preziosa (spesso molto più di quanto superficialmente si creda) come la Calabria. La fortuna di avere un clima mite, perfetto per coltivare “Il frutto sacro”, con un sole invidiabile che illumina, riscalda e sembra quasi donare il colore ai cedri più belli e saporiti, rappresenta un’associazione unica e impareggiabile tanto da valere la denominazione di origine protetta.

santa maria del cedro comune - Meraviglie di Calabria - 6
Comune di Santa Maria del Cedro

Il Consorzio del Cedro di Calabria, a testimonianza delle profonde radici che legano il territorio e i suoi prodotti all’economia e alla popolazione che lo anima, è nato grazie all’entusiasmo di imprenditori agricoli desiderosi di migliorare le proprie aziende, non in maniera isolata, ma in un’ottica di rete sistemica, scommettendo sulla valorizzazione della terra calabrese. Adesso, con l’attribuzione del marchio DOP al Cedro di Santa Maria, questa scommessa può, a pieno titolo, essere considerata ancora di più una vittoria collettiva made in Calabria. Insomma, una storia di successo che urla e si racconta da sola per insegnarci che è proprio vero che per sviluppare l’economia e trattenere i suoi ritorni positivi in loco “L’unione fa la forza”.

info@meravigliedicalabria.it

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