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Cosenza vecchia, la «piccola Atene» della Calabria

Cosenza vecchia, la «piccola Atene» della Calabria

Cosenza è una città dalla doppia anima, quella antica e quella moderna, attraversata e divisa dal fiume Crati che incontra il Busento. Storia, tradizione e istituti di cultura le conferiscono quell’identità caratteristica capace di proiettarla verso il futuro, mantenendo le sue peculiarità tutte da scoprire, che la hanno resa la “piccola Atene della Calabria”. Città del celebre filosofo della natura Bernardino Telesio e terra d’origine dell’umanista Parrasio, a Cosenza lo spirito di ricerca e amore verso la conoscenza è oggi portato avanti dal primo campus universitario in Italia e dalla più grande università statale nella regione, l’Università della Calabria, che contribuisce a rendere il cosentino uno dei centri più vivaci e culturalmente attraenti della regione.

Città a misura d’uomo, ricca di cultura, storia, tradizioni e ospitalità, Cosenza vecchia è oggi uno dei borghi più belli d’Italia capace di superare le alte aspettative dei suoi turisti, che costituisce una meta da non perdere tra le numerose meraviglie calabresi per scoprire le tracce della sua ospitalità e gli antichi saperi – come la produzione della seta – e sapori di questo borgo unico. Quello che stiamo per proporvi è un viaggio indietro nel tempo alla scoperta di uno dei centri cittadini caratteristici del Mezzogiorno italiano, che alterna botteghe, case e vicoli stretti e tortuosi che si susseguono in maniera caratteristica l’uno all’altro, con importanti palazzi signorili ed edifici religiosi, in un tour che lentamente, a piedi, assapora ogni traccia della sua bellezza e del suo fascino.

Un affascinante itinerario nel genius loci di Cosenza vecchia

I Bruzi, il popolo italico che si ribellò ai lucani nel 356 a.C. conquistando diverse poleis della Magna Graecia, fecero di Cosenza la loro capitale chiamata Consentia, che fu anche lo storico capoluogo della Calabria Citeriore, divisa dalla Calabria Ulteriore fino all’unificazione dell’Italia nel 1861. La parte antica, meglio conosciuta come Cosenza Vecchia, è una meta che non può mancare in un viaggio culturale alla scoperta della regione, perché è qui che hanno avuto luogo vicende storiche fondamentali, è qui che hanno vissuto, o sono passati, personaggi impressi sui libri ed è qui che quella stessa storia si materializza in botteghe, affreschi, edifici, vicoli.

Cosenza Vecchia, le attrazioni da non perdere


I nastri di partenza di un viaggio culturale alla scoperta di Cosenza Vecchia si possono collocare in Piazza XV Marzo dove, in compagnia della statua dedicata a Bernardino Telesio, si è circondati dai primi edifici che lasciano a bocca aperta: il Teatro Rendano – che omaggia il celebre pianista Alfonso Rendano, inventore del terzo pedale indipendente del pianoforte, l’Accademia Cosentina – una tra le più antiche accademie umanistiche d’Italia, il Palazzo Sersale-Telesio, il Palazzo del Governo (dal quale si affacciò Garibaldi nel 1860) e Villa Vecchia. E lì, in alto sul colle Pancrazio, svetta orgoglioso il Castello Normanno-Svevo, voluto da Federico II di Svevia con la torre ottagonale e un grandioso passato millenario. Per attraversare il cuore del centro storico, perché non farlo seguendo la sua più bella arteria? Parlo di Corso Telesio, che omaggia col suo nome il filosofo Bernardino. In Piazza Parrasio, obbligatoria una sosta allo storico Caffè Renzelli nato nel 1803 e uno sguardo sul colle Triglio di fronte a noi, dove si trova il Palazzo Arnone che è sede della Galleria Nazionale. Sempre qui, in Piazza Parrasio, c’è il Museo Diocesano, che conserva la preziosa Stauroteca di Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi. Per scoprire qualcosa di più sull’arte tessile calabrese, e in particolare su quella della ginestra, fate un salto nella Bottega del Maestro Domenico Caruso su Corso Telesio. Qui, tra i telai, ci sono le creazioni della scuola di tappeti con sede a San Giovanni in Fiore.

Il gioiello architettonico e spirituale di Cosenza è in Piazza Grande, cioè la Cattedrale di Santa Maria Assunta o Duomo di Cosenza. E a proposito di Federico II di Svevia, il Duomo è stato inaugurato nel 1222 proprio in sua presenza. Le sue tre navate rappresentano una sorta di museo, considerando l’importante tesoro di tele, affreschi, altari e cappelle preziosi che vi sono conservati, la Cattedrale è considerato uno degli edifici religiosi più particolari e importanti dell’intero Mezzogiorno, che oggi rientra all’interno del “Patrimonio testimone della cultura di pace dell’UNESCO”. Una vera e propria meraviglia per gli occhi che fa rimanere i suoi osservatori affascinati dalla sua eleganza ed armonia che accompagnano la sua visita e restano impresse nella memoria. Usciti dalla Cattedrale, è bello fermarsi ad assaporare con gli occhi i palazzi storici ed eleganti che formano una sorta di cerchio intorno a noi, come quello Giannuzzi-Savelli e Compagna, notando l’enorme chiave su uno di essi. Scendendo sul lungocrati di fronte al Mercato dell’Arenella, un’opera d’arte a cielo aperto colpisce l’attenzione: è il dipinto di Goyo Domínguez sul Palazzo Galeazzo di Tarsia, raffigurante l’arrivo di Carlo V a Cosenza nel Cinquecento.

A Cosenza potete trovarvi addirittura vicini a quello che si reputa essere il tesoro perso più grande nella storia. Si tratta del tesoro di Alarico I, il re dei Visigoti che saccheggiò Roma nel 410. Pare che Alarico, morto nello stesso anno a Cosenza mentre si dirigeva in Africa, venne seppellito nel letto del fiume Busento insieme al suo immenso bottino. Sul Ponte Mario Martire ci si può fermare a guardare la Statua a lui dedicata e realizzata dall’artista Paolo Grassino.

Assaporata l’anima vecchia di Cosenza, fate un salto anche nel suo completo opposto: la città nuova, capace di stupire con la sua modernità e il suo spirito avanguardistico rappresentati, ad esempio, dal Museo all’Aperto Bilotti e dal Ponte Calatrava.

di Laura Cipolla – Blogger

info@meravigliedicalabria.it

Foto di copertina di pianopera

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