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Copycat – speranze replicabili in 3D

Copycat – speranze replicabili in 3D

Quella che stai per leggere è una meravigliosa storia di resilienza, capace di far comprendere come la cultura non sia qualcosa di immateriale e superfluo, ma al contrario di estremamente concreto e indispensabile; in grado di mettere ciascuna cosa al proprio posto, in ordine. Il suo titolo è “Copycat – speranze replicabili”. Ma iniziamo da capo.

Ci sono sei detenuti della casa circondariale di Castrovillari, sei studenti dell’Istituto superiore secondario dell’Erodoto di Thurii di Cassano all’Ionio, sei professori della stessa scuola e tre “formatori” della onlus “Maestri di Strada”. Quindici reperti originali datati tra il VI e il III secolo a.C. , tre seminari di formazione, un autista che guida un pulmino (messo a disposizione dal comune di Cassano all’Ionio) e una stampante 3d.

Cosa c’entra tutto questo? Con l’ultima lezione svolta in settimana nelle sale del Museo nazionale archeologico della Sibaritide prende ufficialmente il via la seconda fase di “Copycat – speranze replicabili”. Un progetto nel corso del quale i sei studenti dell’Istituto professionale, guidati dai loro tre professori e dal personale del Parco, hanno insegnato ai sei detenuti del carcere di Castrovillari le tecniche di riproduzione mentre il personale del Museo ha spiegato la storia e il valore dei reperti. Fino a qui è già tutto abbastanza soddisfacente e straordinario, ma se non bastasse, aggiungiamo un terzo aggettivo: comunitario. Già, perché, quando la forza dirompente della cultura pone attenzione ad ogni dettaglio, occorre aggiungere che le copie degli oggetti antichi realizzate durante le attività saranno utilizzate da persone cieche e ipovedenti che non potrebbero toccare i delicatissimi originali, ma attraverso le copie, potranno almeno percepirne la forma.

«Copycat si avvia alla conclusione – ha esordito il direttore del Parco di Sibari Filippo Demma –  ma siamo tutti contenti, perché siamo tutti un po’ più ricchi. Dopo il completamento di questa parte formativa, ora le copie degli oggetti antichi realizzate durante le attività saranno esposte in carcere e poi utilizzate in altri laboratori con persone cieche e ipovedenti, che non potrebbero toccare i delicatissimi originali, ma attraverso le copie potranno almeno percepire la forma degli oggetti antichi. Altro dettaglio, non di poco conto, è che la stampante 3d, acquistata dal Parco espressamente per il laboratorio, è stata donata all’IPSIA Erodoto di Thurii, perché il coraggio – ha chiuso Demma – trova sempre la sua ricompensa».

Insomma, brevi fughe da una dura realtà, sulle ali della cultura, mirando al riscatto personale e sociale, che danno ora il via alla seconda fase, quella più bella. Quella in cui tutti sono arricchiti.

info@meravigliedicalabria.it

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