Cecilia Faragò, l’ultima “magara”

Cecilia Faragò è l’ultima “magara”, la donna è stata processata per stregoneria. La vicenda giudiziaria della “strega” calabrese prende forma in una rappresentazione teatrale portata in scena nel centro storico di Soveria Simeri, dopo due mesi di preparazione da un cast di giovanissimi attori del territorio e di performer dell’associazione ILorazepam di Luciano Gagliardi. A guidarli sono state le attrici e autrici Emanuela Bianchi e Anna Macrì di Confine Incerto. Il gruppo ha dato vita ad uno spettacolo itinerante che, attraverso i vicoli del paese, ha fatto sì che la popolazione soveritana facesse un salto nel passato, fino ai primi decenni del ‘700, anni in cui visse la concittadina Cecilia Faragò.
La storia di Cecilia Faragò
Un racconto di coraggio, ostinazione, caparbietà, una vicenda che parte nella Soveria del XVIII secolo e capace di cambiare, per sempre, il corso della Storia universale: le vicissitudini di una donna, Cecilia, che per difendere la propria libertà si è dovuta opporre ad un contesto fatto di imposizioni, pregiudizi e superstizioni, trascinata in tribunale con l’accusa di aver ucciso un prelato attraverso le sue opere di stregoneria. Grazie alla sua forza e alla determinazione del suo avvocato (Raffaelli), il processo si concluse con un’assoluzione e col risarcimento per ingiusta detenzione alla presunta strega. L’arringa fu così celebre e piena di prove inconfutabili (poiché essere conoscitrice di erbe officinali non ha nulla a che vedere con la magia!), tanto da spingere l’allora ministro Tanucci a riferire la vicenda al Re Ferdinando, il quale decise di abolire il reato di stregoneria nel Regno delle Due Sicilie e, subito dopo di lui, anche gli altri paesi europei si allinearono. – L’antropologa e attrice Emanuela Bianchi si è messa sulle tracce della Faragò già nel 2014 cercando di instaurare un dialogo con la comunità soveritana e con l’analisi e lo studio del testo di Mario Casaburi “La fattucchiera Cecilia Faragò: l’ultimo processo di stregoneria e l’appassionata memoria difensiva di Giuseppe Raffaelli”; fino a presentare, nel 2016, un suo spettacolo teatrale, un monologo da lei scritto e interpretato, al Fringe Festival di Roma, vincendo il Premio della Critica.